Cava/14: il muro storto

Da Annamaria Senatore

CAVA de’ TIRRENI – Ieri ho incontrato un vecchio saggio artigiano edile che mi ha recitato un antico detto Il filo a filo, il piombo a piombo, ma il muro è storto.

Un detto che ben si adatta alla condizione dell’economia cavese in rapporto ai propositi dei politici locali ed ai risultati che non seguono le premesse (o meglio ancora promesse).
La premessa, ancora una volta, è che abbiamo fatto i famosi compiti a casa presentando l’ennesimo programma politico per rilanciare l’economia locale. Insomma ci dovremmo (o meglio ci potremmo) rimettere in carreggiata rilanciando opere pubbliche e la green economy, assicura il primo cittadino, ma nel frattempo non si riesce a fare la quadra delle poltrone e quindi tutto resta fermo. Intanto la disoccupazione è in crescita ed ha raggiunto livelli senza precedenti.

Insomma, come a livello nazionale, pesa l’incertezza che deriva dal grave stallo politico-istituzionale in cui è incappata la terza economia d’Europa. Pesa anche il fatto che il tutto si accompagna ad una forte decrescita della produttività generale, una persistente fragilità del sistema finanziario ed ad un aumento della pressione fiscale (incompatibile con l’idea di una ripresa) ma sulla quale si è fatto leva. Un’austerità che ha schiantato la domanda interna e congelato l’economia reale, una situazione dalla quale possono arrivare solo brutte sorprese. Il nostro è un quadro dove le incertezze superano le certezze.

Converrebbe a TUTTI, dunque, restare coi piedi per terra, prendendo una volta di più atto che i risultati contano più delle premesse (e delle promesse). E che i conti cominceranno a tornare quando, per esempio, rotta la permanente spirale politica-burocratica, ci si metterà seriamente a LAVORARE.

Questo compito deve ancora essere svolto, ed il muro resta storto!

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