Maria Chiara Rizzo
Cinque morti e otto feriti è il bilancio degli scontri scoppiati tra Cristiani e Musulmani in Egitto, a El Khusus, una cittadini a nord della capitale, durante l’ultimo di una lunga serie di settari e violenti contrasti. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, venerdì scorso un gruppo di ragazzini cristiani è stato sorpresi mentre disegnava sul muro di un istituto religioso musulmano una svastica, considerata offensiva dai residenti musulmani per la troppa somiglianza con la croce cristiana. Di lì la violenza è esplosa a colpi di arma da fuoco che ha fatto cinque vittime: tre cristiani e un musulmano. Subito dopo una folla massiccia ha invaso le strade della città che ha preso di mira negozi e palazzi abitati da copti, provocando danni ingenti a negozi di commercianti cristiani e appiccando il fuoco in vari angoli del quartiere abitato dai cristiani. Sabato è ritornata la calma, ma non si è placata la tensione che resta alta per il timore di nuovi scontri. Cristiani e Musulmani abitano nella città da sempre, vivendo gli uni vicini agli altri, sebbene in strade separate. La polizia locale che pattuglia scrupolosamente le strade ha già tratto in arresto 15 persone. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, in un quartiere cristiano dozzine di giovani uomini si sono uniti in strada in un coro che gridava “siamo pronti a sacrificare il nostro sangue e la nostra anima per la Croce”. Le autorità religiose di entrambe le confessioni hanno severamente condannato l’accaduto, invitando alla calma in un Paese già fortemente segnato da una crisi economica galoppante e un alto tasso di inflazione a due anni dalla sollevazione politica. Inoltre, lo Sheikh Ahmed al Tayeb, autorità islamica principale in Egitto, ha evidenziato il bisogno impellente dell’introduzione di misure atte a “preservare l’unità nazionale che caratterizza il Paese”. Anche il presidente Mohammed Morsi ,leader dei Fratelli Musulmani, è intervenuto in merito alla questione, con la promessa di salvaguardare i diritti dei Copti che costituiscono il 10% degli 84 milioni di persone componenti la popolazione egiziana.