MEMOLI: tra cartellino rosso e ingratitudine

 

 

Aldo Bianchini 

S ALERNO – Il cartellino rosso che il presidente del consiglio provinciale Fernando Zara ha sventolato, con gesto arrogante, nei confronti del consigliere del gruppo misto Salvatore Memoli  è soltanto l’ultima immagine di una politica ormai al tramonto. Il modo di fare politica alla maniera di Cirielli non piace, almeno ai suoi oppositori. E pensare che Salvatore Memoli (dispiace che nessun giornalista lo abbia ricordato nelle rispettive cronache !!)  è stato colui il quale ha praticamente inventato la manovra legale-istituzionale per favorire e supportare le “non dimissioni” di Edmondo Cirielli e dagli la possibilità di candidasi alla Camera dei Deputati senza lasciare il potere nell’Ente Provincia comunque esercitato attraverso il suo successore Antonio Iannone. Anche lo stesso Iannone doveva e deve essere grato a Memoli senza il quale mai e poi mai sarebbe approdato alla più alta carica provinciale, da tecnico e non da eletto. Dal settembre 2012 ad oggi è andata bene ad entrambi, Cirielli e Iannone, anzi è andata alla grande. Non avevano, però, calcolato che poteva esserci, come c’è stato, un piccolo grande problema: Salvatore Memoli non è un soggetto politico facilmente addomesticabile. Ha dalla sua una formidabile esperienza politico-istituzionale costruita su mille e mille battaglie dagli anni ’80 fino ai nostri giorni, attraversando addirittura incolume la tempesta di tangentopoli. Lo avessero sempre ascoltato non avremmo avuto il lungo regno di Vincenzo De Luca che queste cose (è giusto dirlo !!) le intuisce sempre prima di tutti gli altri, e in tempi diversi e successivi ha cercato di avvalersi delle capacità manageriali e politiche di Memoli, senza mai riuscirci in pieno. E gli scontri si sono ripetuti in maniera clamorosa e tumultuosa.  Questo, ovviamente, non l’ha capito Edmodo Cirielli che pur essendosi salvato grazie all’operato di Memoli e non di altri non ha inteso consolidare l’alleanza con Salvatore più per paura del peersonaggio che per le trame intestine dei suoi accoliti. E finisce un’epoca; all’orizzonte le macchinazioni sono pronte anche a carico di Edmondo. Nella roccaforte metelliana Marco Galdi ha già cambiato padrone a cui riferire, punto su punto, nonostante la “illuminata” consulenza (si fa per dire !!) di Gigi Casciello che qualche illuminato giornalista ha già definito il novello Casaleggio della politica nostrana. Anche quì ci sarebbe tanto da dire, mi riservo semmai di farlo in futuro. Salvatore Memoli ha lasciato l’aula consiliare come mai a nessun altro era toccato in passato; lo ha fatto con passo sicuro, a testa alta e con grande dignità. E’ uscito da vincitore, gli sconfitti sono altri. E’ vero che in politica la gratitudine non esiste, ma l’ingratitudine si paga sempre, anche se ci vuole del tempo. E di tempo Salvatore Memoli ne ha tanto dalla sua.

One thought on “MEMOLI: tra cartellino rosso e ingratitudine

  1. Due pesi e due misure, per il consigliere provinciale del Pd, Tommaso Amabile: «Ora si guarda l’orologio e si segue il regolamento. Ma quando Memoli ha tenuto un intervento di tre quarti d’ora durante la seduta per la decadenza del presidente Cirielli, nessuno lo ha fermato. Così come quando, in questi tre anni, ha parlato, elogiato questa amministrazione provinciale. Ora che non segue più la linea della maggioranza ha questo trattamento».
    Eccolo il ricordo…

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