SALERNO – Il prof. Fabio Policino, il medico legale incaricato dal Tribunale di Salerno, ha detto “NI” alla eventuale immediata ricarcerazione dell’on. Paolo Del Mese (indagato per il crac Amato) dopo l’intervento chirurgico all’anca del 28 febbraio scorso. Se ne riparlerà dopo la necessaria fase di fisioterapia riabilitativa cui l’ex presidente della Commissione Finanza della Camera sarà sottoposto. A decidere, alla fine, sarà sempre il Tribunale della Libertà. Questa in sintesi la posizione giudiziaria di Paolo Del Mese che è riuscito, ancora una volta, ad evitare l’interrogatorio da parte del pm Vincenzo Senatore. A questo punto l’accortissima strategia processuale difensiva attuata dagli avvocati Massimo e Emiliano Torre e Paolo Toscano è abbastanza chiara: “Se l’on. Del Mese deve parlare lo farà soltanto in aula”, quando i giochi saranno ormai già fatti. Parlare in aula, ovviamente, è molto diverso dall’essere sottoposto a stringenti interrogatori in carcere dove la forzatura della detenzione può indurre a dichiarare anche cose che non si conoscono. Ma le correnti di pensiero, dentro e fuori il palazzo di giustizia, sono almeno due. Da un lato c’è qualcuno che sostiene l’assoluta innocenza dell’on. Paolo Del Mese che, è bene ricordare, è stato l’unico dei tanti coinvolti nello scandalo a non aver mai chiesto alcuno sconto o trattamento di favore alla giustizia fin da quel lontano 27 giugno 2012 quando scoppiò il caso del “crac Amato” con i clamorosi arresti. La corrente innocentista sostiene anche che Del Mese non ha mai parlato o accusato nessuno. Dall’altro lato c’è, invece, chi sostiene che specie in questo ultimo tratto dell’inchiesta che lo ha portato in cella a Fuorni e poi in ospedale a Sarno Paolo Del Mese qualche piccola e parziale ammissione l’ha fatta, tanto da scatenare (in merito alla soc. Esa Costruzioni di Enrico Esposito) il blitz della Guardia di Finanza che venerdì mattina 22 marzo 2013 ha fatto irruzione nel Palazzo di Città per la ricerca ed il sequestro di tutte le carte inerenti la mitica Piazza della Libertà. Ma mancherebbe, comunque, la prova principe ovvero la famosa “pistola fumante” per consentire al pm Vincenzo Senatore di aprire un capitolo veramente clamoroso dell’inchiesta. Per ora chi sa tira un sospiro di sollievo, la prima manche della partita si è conclusa in favore del collegio difensivo dell’on. Del Mese che avrà, così, ancora tempo per affilare le armi fino a quando le condizioni fisiche dell’ex deputato consentiranno la decisione finale sul suo eventuale ritorno in carcere. In quel caso si aprirebbero scenari davvero interessanti, ammesso e non concesso che Del Mese sia disponibile (anche sotto la forzatura del carcere) a svelare segreti che in tanti gli accreditano. La battaglia tra pubblica accusa e difesa è, quindi, ancora lunga ed articolata; probabilmente non mancheranno i colpi di scena. Certo è che le “fatali combinazioni” non mancano: Paolo Del Mese, presidente della Commissione Finanze della Camera, Franco Ceccuzzi (sindaco di Siena, deputato e componente della stessa Commissione presieduta da Del Mese), Giuseppe Mussari (già presidente del MPS), Marco Morelli (vice di Mussari), tutti coinvolti nella vicenda del “crac Amato” e qualcuno di loro ospite a cena nella villa di Raito del “cavaliere della pasta” nell’imminenza dell’ottenimento del finanziamento di alcune decine di milioni di euro per “un’azienda già decotta” (così almeno sostiene la pubblica accusa). Insomma c’è materiale per tutti i gusti e per ogni supposizione. Ma i processi si fanno, però, con le prove e nel caso specifico di prove ce ne sono davvero poche.
direttore: Aldo Bianchini