Alfonso D’Alessio
“Ci sono persone che muoiono per fame, ci sono altre persone che moriranno per l’abbondanza”, questo quanto ha scritto qualche giorno or sono l’amico Salvatore Puopolo. Un pensiero dai contrasti forti, utili ad esprimere un pericolo che incombe su tutti. Vi è indubbiamente chi, anche grazie alla crisi che attanaglia il mondo oggi e in particolare i paesi cosiddetti sviluppati, rischia di morire di fame. Vi è anche chi, per l’egoismo di altri già muore di fame in zone della terra che, non attirando l’interesse per speculazioni economiche o sfruttamenti del territorio, sono abbandonate a se stesse. Ma vi è una morte possibile e futura che è dietro l’angolo per tutti, ricchi e poveri, particolarmente rischiosa per i primi, ma non solo. E’ quella che coglie coloro che credono di valere per ciò che hanno e non per ciò che sono, che confidano esclusivamente nei beni materiali, che accumulano tesori solo dove la ruggine e la tignola attecchiscono facilmente. Per questo motivo la tentazione è trasversale, si può infatti essere legati al materiale, e da esso dipendenti, anche se si possiede poco e a quel poco si conferisce l’unica speranza di salvezza e realizzazione umana. Certo nel momento immediato tale confidenza nell’abbondanza economica e nel possedere, poco o tanto che sia, attribuisce sicurezza, illude di poter essere onnipotenti o quasi, soddisfa i capricci oltre le necessità vitali e il giusto agiato tenore di vita, ma poi lascia spazio al senso di vuoto, un vuoto che non si può comprare. Quali sono i sintomi della malattia? L’egoismo chiuso alla condivisione ne è il più grave. Un tempo nelle difficoltà si condivideva, oggi si nasconde ciò che si ha per paura che qualcuno possa chiedere aiuto. Nella società rurale i contadini si scambiavano i frutti della terra, e nel baratto generale tutti avevano tutto, oggi si preferisce buttare piuttosto che donare. La vita, quella su questa terra e quella eterna, si realizza nell’amore. Da Dio siamo stati creati per amore e, chiamati all’amore, ci si realizza esclusivamente nell’amore. Questa è la ricchezza utile. Al di fuori ci attenderebbe una fine peggiore di quella fisica, con l’aggravante di averne scelto la destinazione.