SALERNO – Sono le 19.06 di mercoledì sera 13 marzo 2013. Il salone della segreteria provinciale del PD (Partito Democratico) è affollato; in Via Manzo è in corso la riunione del “direttivo provinciale” del partito sul tema dell’esame post elettorale e del rinnovamento che insegue da sempre senza raggiungerlo mai. All’improvviso nel salone irrompe l’on. Antonio Valiante che grida: “Fumata bianca, hanno eletto il Papa”. In quel momento sta tenendo la sua relazione l’on. Fulvio Bonavitacola che evidenzia subito un certo fastidio per l’interruzione; non si perde d’animo, si riconcentra e riprende a parlare. Ma ecco la seconda e, forse, più seccante interruzione: “E’ un momento storico per l’umanità, mi dispiace lasciarvi ma io vado a seguire l’evento direttamente dalla tv”. Detto fatto l’on. Tino Iannuzzi si alza e lascia immediatamente il salone. Il volto di Bonavitacola diventa paonazzo (almeno così assicura più di qualcuno dei presenti) anche per il fatto che l’uscita di Iannuzzi potrebbe essergli apparsa come una valutazione negativa della sua relazione. In molti hanno sentito borbottargli qualcosa, qualcuno garantisce di aver ascoltato pressappoco queste parole: “Questo è il nostro partito !! c’è chi corre appresso al Papa e chi si sacrifica per gli altri”. Insomma una reazione abbastanza composta se si considera che il tema trattato nel direttivo era ed è di grande importanza. Ma non finisce qui, subito dopo l’uscita di Iannuzzi vanno via anche alcuni altri, quasi tutti di estrazione DC-PPI; ma ovviamente il “conclave PD” continua come se nulla fosse accaduto. Ho raccolto e raccontato l’episodio non perché esso sia di una grande importanza ma perché è assolutamente sfuggito a tutti non solo la divaricazione tra Iannuzzi e Bonavitacola ma anche l’anomalia con cui è stato costruito questo partito che si regge su due anime molto diverse tra loro e a tratti inconciliabili. Se poi ci si mette anche il Papa la frittata è bella e fatta. Ho letto tutti i report giornalistici sull’avvenimento del direttivo provinciale e ho preso atto che, per l’ennesima volta, la stampa si è limitata alla sterile cronaca non vista ma semplicemente recepita per bocca di altri. Difatti mi sono meravigliato quando ho letto del presunto “mea culpa” del segretario provinciale Nicola Landolfi, niente di più sbagliato. E’ vero che Landolfi con la sua relazione, molto ben articolata, ha in pratica aperto sia ai “renziani” che dl “movimento 5 stelle” ma non ha recitato alcun mea culpa in quanto ha chiaramente fatto intendere (anche se non l’ha detto !!) che lui ha sempre seguito la linea politica del partito, come è giusto che sia. Semmai a recitare il mea culpa dovrebbe essere il partito che prima mette all’indice Matteo Renzi e cerca di raccogliere ciò che resta delle sue spoglie, che prima spara a zero contro Grillo e poi cerca di raccattare tutti i grillini disponibili. Senza valutare che a Salerno c’è un “disvalore aggiunto” rappresentato da Vincenzo De Luca che è il padre-padrone della linea politica del partito; semmai dovrà essere lui a recitare il mea-culpa, ma lui è superiore a tutto ed a tutti e l’altra sera manco si è degnato di assistere ai lavori (cosa che anche in un recente passato i big della politica non avrebbero neppure lontanamente pensato di fare; e non perchè valessero meno di De Luca ma per il fatto che loro vivevano una politica partecipata e non apodittica). Bene ha fatto, dunque, Tino Iannuzzi a lasciare i lavori per poter assistere ad un avvenimento storico di portata planetaria; mi sorprende che Alfonso Andria non abbia fatto lo stesso. Bisognerebbe, però, avere più coraggio per mettere De Luca con le spalle al muro; non può sparare sulle “anime morte” del partito per poi stringere patti a doppia mandata, non può “sfrantumare” le risorse interne del partito per poi far finta di volerle ripescare e non può beffeggiare di giorno i grillini per cercare di accattivarseli di notte. Altro che Conte, Del Mese, D’Arezzo, Scarlato, Quaranta, Sullo, Angrisani (solo per citarne alcuni), almeno loro mantenevano la barra della politica sempre in una direzione, qui da troppo tempo c’è un uomo solo al comando che ondeggia a suo piacimento e questo per la democrazia (quella vera !!) è un fatto dannatamente doloroso. Ma su quanto è accaduto nel partito, prima e dopo le primarie, sarà il caso di ritornare con nuove rivelazioni. Per il momento fermiamoci al fatto che l’altra sera il Papa è entrato a via Manzo, senza bussare, ovviamente.
direttore: Aldo Bianchini