GIUSTIZIA: verso il crepuscolo ?

Aldo Bianchini 

SALERNO – Quello che sta accadendo nella cosiddetta civilissima e democratica città di Milano è sotto gli occhi di tutti. Così come è sotto gli occhi di tutti il gigantesco scontro in atto in quella città tra la Procura della Repubblica e il Tribunale, tra il Tribunale e la Corte di Appello, tra la Corte di Appello e la Procura e tra tutti questi soggetti istituzionali e Silvio Berlusconi. Caso unico nella storia giudiziaria di questo Paese in questo scontro titanico si è arrivati anche al punto di depositare le motivazioni di una sentenza insieme al dispositivo con al centro sempre lui, Silvio Berlusconi; un funzionamento perfetto, quasi incredibile, ma che è accaduto appunto e soltanto a Milano. In tutti gli altri distretti giudiziari i tempi vanno da un minimo di 60 gg. ai rituali 90 e passa.  Ognuno poi, ovviamente, giudica i fatti (che ripeto sono sotto gli occhi di tutti !!) dal suo punto di vista e con la sua lente di ingrandimento. Niente da eccepire, è il gioco della democrazia; un pò forzato, ma sempre gioco è. Io che faccio il giornalista sono “costretto” (tra virgolette) a guardare i fatti di Milano con la lente d’ingrandimento della corretta informazione e possibile indipendenza. Non accade così, però, per il resto dell’informazione che punta l’indice contro questo o quel soggetto in campo, esasperando i concetti a seconda della colorazione politica e della qualità della stessa. Queste esasperazioni non fanno  il bene della giustizia ma creano soltanto mostri artificiosamente utilizzati in favore dell’una o dell’altra sponda. Ebbene il mio pensiero è che i giudici di Milano (dalla Boccassini fino ai vari collegi giudicanti) non stanno facendo altro che il loro dovere istituzionale e stanno amministrando la giustizia secondo criteri ispirati soltanto dalla legge, come ad esempio chiedere la visita fiscale a carico dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri ed attuale leader dell’opposizione. Oltretutto si muovono con grande intelligenza (e forse anche scaltrezza !!) nell’ambito di quella discrezionalità che la legge assegna loro e che passa sotto il nome del “libero convincimento”. Se fossi chiamato a dare un giudizio asettico su quanto accaduto nei giorni scorsi mi sentirei di rispondere che così si amministra la giustizia, in senso lato, e che soltanto così potremmo sentirci tutti più sereni in quanto la giustizia sembra più giusta e, soprattutto, più uguale per tutti. Detto questo, però, da indipendente quale sono dovrei subito pormi alcune domande che anche il comune cittadino-elettore dovrebbe porsi. Quante volte la giustizia in tutto il Paese viene amministrata alla perfezione e in punto di diritto così come è accaduto a Milano ? A voler essere buonisti la risposta è “Mai !! Tranne qualche rara eccezione”. Quante volte i magistrati, anche quelli di Milano, hanno accettato i certificati medici (anche senza la necessità dei ricoveri !!) senza battere ciglio ? “Sempre !! Tranne qualche rara eccezione”. E ancora: “Quanti milioni, dico milioni, di processi si sono conclusi per prescrizione o sono stati sdoppiati in vari tronconi per farli finire nel nulla ?”. Tanti, tantissimi, sarebbe la risposta. Ovviamente le domande sarebbero ancora tante che non è neppure il caso di continuare a proporle in quanto tutte porterebbero alla stessa identica risposta che come unico comune denominatore stanno alla base dello sfascio della giustizia. Sfascio che magistrati,  politici, avvocati, detenuti, indagati, intercettati e semplici sospettati hanno favorito ed implementato con tutte le loro forze passando sulla testa di tutti e, quindi, del Paese in genere. Da Milano, che piaccia o no, viene una lezione di grande civiltà giuridica. Il dubbio che mi pervade, però, è fortissimo. Sapranno quegli stessi giudici, fin da domani mattina, impegnarsi così a fondo come hanno fatto in questi giorni, magari ristudiando i testi universitari e i trattati di diritti,  per ogni caso di giustizia che saranno chiamati ad amministrare ? Credo, sinceramente, di no. E chi ci dice che questo modo di fare non provochi altro sfascio sullo sfascio ? Ed è proprio da queste cose e su queste cose che prende vita e si alimenta il caos del pianeta giustizia che, neppure tanto lentamente, si avvia verso il suo crepuscolo. Per chiudere; è vero quello che dice Rodolfo Sabelli (presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati) che <<quando si manifesta contro la magistratura si combatte lo Stato>>, ma è altrettanto vero che <<quando la magistratura sciopera combatte lo Stato>>. Il guaio irrisolvibile di questo Paese è che alla fine tutti i protagonisti di queste amare vicende concludono dicendo che <<manifestano sui temi della giustizia>>. E da queste secche difficilmente ci si tira fuori.

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