SALERNO – Nell’ultimo articolo ho scritto che le inchieste giudiziarie si creano, si costruiscono e si completano con tre fattori principali: le indagini, le dichiarazioni e i riscontri. Per essere obiettivo e brutale fino in fondo devo dire che l’inchiesta sul crac Amato fin dal suo nascere con gli arresti del 27/06/2012 ha evidenziato una serie di dubbi e sospetti che portavano verso un inevitabile coinvolgimento di Vincenzo De Luca, l’uomo forte di Salerno e non solo. Ad avallare questi dubbi c’era stata, poi, la vicenda della cena riservata del 2006 nella villa in costiera con la partecipazione di Giuseppe Mussari. E su questo fatto tutti i giornali si sono scatenati in una ridda di opinioni, tutte tendenti a conclamare il coinvolgimento di De Luca nell’affare senza che nessun giornale abbia mai chiaramente fatto il suo nome in relazione non alla cena ma al finanziamento che sembra poco chiaro in favore degli Amato ormai sull’orlo del disastro. Anche io, più volte, sono andato verso questa direzione per spiegare la presenza di Vincenzo De Luca a quella famigerata cena. Finalmente, però, sull’intera vicenda ha parlato direttamente il sindaco dicendo: <<Sulle vicende del Pastificio Amato avrei dovuto fare quattrocento querele; una sola a Repubblica. Il bilancio tempo di un amministratore è limitato: o lavori o ti perdi dietro la rete, le infamie, i mass-media. Restiamo concentrati sulle cose della nostra città, per le quali stiamo facendo un lavoro straordinario>>. E’ assolutamente vero e spesso, in questi mesi, mi sono meravigliato che il sindaco non avesse mai reagito alle pesanti indiscrezioni (più o meno velate) da parte di tutti i giornali. Forse ha preferito il silenzio a causa ed in ragione del’eventuale coinvolgimento del figlio Piero che avrebbe intrattenuto in passato una robusta amicizia con Mario Del Mese (nipote dell’ex deputato Paolo); un rapporto che non c’entra assolutamente nulla con il supposto rapporto tra i due politici De Luca – Del Mese. Il sindaco, nella sua vibrante e pur sempre apodittica trasmissione su Lira TV di venerdì 1 marzo 2013, intelligentemente non cita nessuno dei partecipanti a quella cena, neppure Paolo Del Mese che però (se ben ricordate) aveva già parlato in sede giudiziaria (in risposta bad una precisa domanda di un finanziere) affermando che: <<“… Un finanziere chiede <Lui che c’entrava a quella cena ?> e Del Mese risponde <non l’ho invitato io ?>…”. La dichiarazione è stata riportata dal quotidiano “ROMA” del 24 febbraio scorso. Il “lui” è Vincenzo De Luca che, badate bene, si sarebbe trovato a quella cena per altri motivi e non certo per invito di Paolo Del Mese che, piaccia o no, con De Luca negli ultimi anni non ha mai avuto (per scelta del sindaco !!) un facile rapporto. C’è un episodio molto particolare che denota la “mancata amicizia tra i due politici” che, invece, sarebbe stata posta a base per un eventuale coinvolgimento del sindaco De Luca. L’episodio me lo ha raccontato un grande ex amico di Vincenzo De Luca, uno che non peli sulla lingua e che avrebbe potuto affermare il contrario per danneggiarlo come lui stesso dice di essere stato danneggiato dal sindaco che lo ha epurato dai vertici amministrativo-gestionali. Non so se al momento in cui scrivo ha già deposto dinnanzi al pm Vincenzo Senatore, se non lo ha ancora fatto è disponibilissimo a farlo e solo per amore della verità. Un giorno di tanto tempo fa questo amico arriva a Palazzo di Città e spedito si avvia verso l’ufficio di De Luca, può entrare come e quando vuole, per lui non c’è bisogno di annunci. Mentre percorre il corridoio verso la stanza del sindaco scorge nella segreteria la presenza dell’ex deputato Paolo Del Mese, si ferma e lo saluta (sono stati in passato compagni di partito !!) e nel pronunciare la classica frase “posso fare qualcosa” chiede il motivo della sua presenza: “Devo parlare con De Luca, già mi hanno annunciato”, risponde Paolo. Breve saluto e poi il mio amico prosegue verso la stanza del sindaco in cui entra senza alcuna difficoltà. Passa il tempo, circa un’ora, e quando esce trova ancora Del Mese in attesa; si ferma di nuovo, si sente un po’ imbarazzato, non ammette un trattamento così sferzante nei riguardi di chi per tanti anni è stato ai vertici del potere salernitano e nazionale. Il mio amico cerca di tirare la discussione ma non c’è niente da fare, dopo un’altra ventina di minuti Paolo Del Mese, mugugnando, va via insieme al mio predetto amico. Cosa può significare questo mio racconto, niente e tutto. Certamente mette in risalto un aspetto molto importante sull’esistenza della presunta amicizia tra i due big della politica nostrana; ovvero, se ci fosse stato anche un benché minimo accordo tra i due, Paolo Del Mese non avrebbe fatto tantissima anticamera per nulla e per essere poi licenziato semplicemente dalla segretaria. Dimenticavo di temporizzare l’incontro; esso è avvenuto diversi mesi dopo (siamo già nel 2007) la famigerata “cena delle beffe” nella villa Amato. Dunque a Villa Amato per la cena il sindaco potrebbe essere andato in primo luogo perché invitato da un uomo al quale non si poteva dire di no, in secondo luogo per i suoi rapporti istituzionali con il Monte dei Paschi (tesoriere del Comune) e in terzo luogo perché si trattava di mettere a fuoco un’opera impegnativa in favore del mantenimento dei posti di lavoro che erano a forte rischio. Quindi se il pm Senatore continua ad indagare la supposta amicizia De Luca – Del Mese potrebbe percorrere una pista inconcludente. Ma c’è un ultimo aspetto, quello della presunta amicizia diretta tra De Luca e Amato senior, ed è su questo che dovrebbe appuntare la sua attenzione il pubblico ministero. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini