SALERNO – Il presidente dell’Autorità Portuale di Salerno, Andrea Annunziata, sta dimostrando sempre di più di essere l’uomo giusto al posto giusto. Fin dal momento del suo primo insediamento ai vertici della portualità salernitana ha avuto le idee chiarissime circa gli obiettivi da raggiungere nel medio e nel lungo tempo. Il suo sogno, come dicevo nel precedente articolo, resta quello di un’area portuale larga, nel senso di coinvolgere tutte le “aree interne”, avviate per altri usi e dismesse per tante cause, a cominciare dal casertano e dal benventano dove con pochi investimenti potrebbero essere ripristinati ed adeguati alle nuove esigenze. Insomma il presidente Annunziata riprende anche quell’antico disegno socialista degli anni ’80 che aveva cominciato a ragionare in termini di “aree vaste” con l’interporto di San Nicola Varco che doveva fare da punto terminale e di raccolta delle varie tipologie di trasporti: ferro, mare e gomma. Già allora si avvertiva l’esigenza di ridare forza e spessore ai trasporti su ferro (FF.SS.) e via mare (portualità) per ridimensionare la sovraesposizione dei trasporti su gomma (strade e autostrade) che comportano un impenna mento delle spese in danno anche della sicurezza e della viabilità per altri settori (turismo in particolare !!) della vita associativa, economica ed imprenditoriale. Ma, ovviamente, il presidente Annunziata è andato oltre. Se il disegno di tanti anni fa si fermava alla concentrazione strategica, in una sola area, della sommatoria delle tre tipologie di trasporti, il sogno di Annunziata passa il solco e arriva ad idealizzare addirittura la lavorazione nei siti interni delle materie prime che arrivano nel porto, prodotti finiti che potrebbero essere poi rilanciati sul mercato interno ed internazionale con notevoli vantaggi sia per l’economia locale che per l’occupazione in una delle zone, la Campania, sempre molto esposta sul fronte della disoccupazione. Sarà possibile la realizzazione del sogno ? Non è impresa facile e il presidente lo sa benissimo, necessiterebbe la fusione di tante autorità istituzionali e di tante esigenze imprenditoriali, una fusione che dovrebbe essere favorita da un’azione politica forte e coordinata, al di là delle appartenenze e dei colori. E’ stato questo il messaggio che il presidente dell’Autorità Portuale salernitana ha lanciato in piena campagna elettorale con la speranza che venisse raccolto dai nuovi eletti per il rinnovato Parlamento nazionale. Resta il dilemma di una struttura portuale salernitana che rischia di implodere dal suo interno se viene spinta oltre i limiti della sua reale possibilità operativa. Passo dopo passo, in questo modo bisognerà procedere per arrivare alla meta più ambiziosa. Poi bisognerà finalmente decidere se è utile o meno l’eventuale delocalizzazione dell’attuale porto; ma per questo ci sono tempi lunghissimi e ci riserviamo un’attenta analisi per le prossime puntate di questa storia.
direttore: Aldo Bianchini