SALERNO – Che l’italiano, in genere, non sapesse votare o che votasse senza alcuna possibilità concreta di scelta tra destra e sinistra lo si sapeva già da decenni. Ma che alla prima occasione utile intendesse ritornare alla “confusione elettorale” mandando alle ortiche il bipolarismo (che tra riffe e raffe aveva anche consentito un po’ di governabilità !!) per favorire il quadripolarismo, che è stato visto come un ritorno al passato, è davvero troppo. Alla fine ha vinto Grillo, anzi hanno vinto i “grillini” che già tra loro non vanno tanto d’accordo, e nei prossimi giorni saranno “macchiette”. Ha vinto cioè l’unico non politico che ha promesso di “mandare tutti a casa” interpretando un sentimento radicato negli italiani la cui maggioranza silenziosa e trasversale è assolutamente desiderosa di mandare a casa tutti i “navigatori della politica”: Berlusconi, Bersani, Casini, Bindi, Finocchiaro, D’Alema, De Mita, Vendola, tanto per citarne alcuni dopo che Grillo, da solo, ha spedito in archivio Fini, Ingroia, Di Pietro, Giannino, Bonino e Pannella. Il peccato mortale l’ha commesso il PD che aveva un “grillo” in casa, Renzi, che era un “grillo istituzionale” e che il partito della nomenclatura obsoleta e ormai decrepita ha pesantemente e intenzionalmente schiacciato nella morsa della “macchina delle primarie”, ben sapendo che altrimenti il sindaco di Firenze sarebbe stato inarrestabile. In questo il PD ha dimostrato di essere più conservatore dei conservatori, alla faccia del riformismo tanto e solo sbandierato. L’Europa e il Mondo ci osservano, calma, non dobbiamo farci prendere dall’ansia degli sguardi severi e censori; abbiamo le risorse e l’intelligenza necessaria, nonché la necessaria pragmaticità politica per uscire da questo impasse; dobbiamo solo fermare le bocce per qualche istante e ripartire per una nuova stagione dando agli uomini nuovi, presenti nei veri partiti, la possibilità di uscire allo scoperto. Più di otto milioni e mezzo di voti per il M5S non sono né elettori scontenti né rivoluzionari, sono voti di italiani che vanno rispettati e semmai analizzati per capirne motivazioni e futuri atteggiamenti. Così come vanno rispettati i voti per Berlusconi e quelli per Bersani, e di tutti gli altri. In Campania ha rivinto il centro destra, in controtendenza rispetto a tutte le più fosche previsioni; un segnale per i presunti decisionisti ed attuali sindaci di Napoli e Salerno; ancora troppo presto per dirlo. Qualche errore nella nostra provincia è stato, comunque, commesso soprattutto in casa PD che all’ombra di un solo dominatore ha cercato vendette ad ogni costo mortificando personaggi che sapevano e potevano aggregare voti utili importanti; sono stati avvantaggiati personaggi nuovissimi e assolutamente sconosciuti nel nome di un presunto rinnovamento, ma questi personaggi non potevano e non hanno aggregato consensi e sono stati eletti con i voti già patrimonio del partito. Un bel favore al PdL, non c’è che dire, che seppure spezzettato ha sfruttato (anche se involontariamente !!) le decisioni sbagliate dell’altra sponda che si chiude sempre di più sulla città di Salerno che sarà pure una “città europea” ma che per contare in campo nazionale dovrà ancora nutrirsi di tanta umiltà, cosa questa non conosciuta. Cresce anche nella nostra provincia il movimento di Grillo e già qualche “grillino” si distacca dalla posizione del leader, nel movimento ognuno si muove secondo le sue vedute; vengono ridimensionati Fratelli d’Italia, l’Udc, il Fli che hanno da sempre evidenziato una litigiosità perniciosa; delude la lista civica per Monti; si aprono le porte del parlamento per Michele Ragosta del Sel. Lo cito nominalmente perché lo ricordo sempre come l’unico personaggio capace di dire un secco “no” a De Luca nel 1993 in un momento davvero molto difficile. Il resto non conta.
direttore: Aldo Bianchini
Direttore vorrei fare una breve considerazione sul risultato elettorale del PD.
Tutti noi ricordiamo che al momento della formazioni delle liste uno dei pochi se non il solo a denunciare la superficialità nella composizione delle liste fu Antonio Bassolino il quale prefigurò anche il disastro che poi puntualmente è avvenuto. Ricordiamo anche che altri fecero polemiche sulla composizione delle liste ma solo per dei piccoli tornaconti correntizzi.
La considerazione che viene d’istinto fare è la seguente: Tutto il partito salernitano e anche una parte considerevole di quello campano considera come uomo forte il Sindaco De Luca ma è proprio vero ???
Se è vero vuol dire che la responsabilità di questo disastro è in buona parte sua e non possono essere scaricate altrove le colpe perché non si è leader se non si ha il peso di discutere in maniera seria con la dirigenza nazionale. Ma il rovescio del ragionamento e forse, forse la verità potrebbe essere nel fatto che De Luca alla fin fine sia un ottimo amministratore locale ma niente a che vedere con un leader come Bassolino
che quando era serio punto di riferimento i risultati campani facevano la differenza anche nel disastro generale.
Grazie sempre caro direttore.
Il pd è responsabile al pari del pdl, inutile continuare a non voler ammettere la situazione.
Il pd è responsabile dei tagli, della mala gestione, di una cattiva e collusa opposizione.
Chi crede che sia solo Berlusconi il responsabile dello status quo è in mala fede!
Non è Grillo che poteva fare una legge sul conflitto d’interesse, era il pd a doverlo fare!
Adesso gli elettori del pd provano a sedurre il nuovo: in nome di una santa allenaza con Berlusconi.
In realtà il pd e i suoi predecessori hanno sempre covernato con il pdl.
Se il M5S non vuole allearsi con certa gente fa più che bene. Meglio rimanr delle proprie idee.
Se il pd vuole prendere tutta l’agenda del M5S, allora si potrà ragionare! Il programma dei M5S va preso in toto. La sinistra e la destra devono cambiare. Basta interessi di pochi ma forti, basta imbrogli.
contro berluscono non con Berlusconi