Tunisia: “Francia…giu’ le mani”!

 

Maria Chiara Rizzo

“Gentile Signora Francia, giu’ le mani! Malgrado i tuoi mercenari e le tue spie eravamo, siamo e saremo sempre uomini liberi”. Questo e’ uno dei tanti slogan agitati con forza e determinazione dai manifestanti che hanno sfilato ieri nella capitale tunisina in segno di protesta nei confronti di presunte ingerenze della Francia negli affari interni del paese maghrebino. Circa 3 mila persone hanno risposto positivamente all’appello lanciato dal partito islamista attualmente al potere, Ennahada, a seguito dell’assassinio consumatosi il 6 febbraio scorso, la cui vittima e’ stata l’oppositore Chokri Belaï. Avvocato quarantanovenne, Belaid era a capo del Movimento dei patrioti democratici, membro di una coalizione di opposizione della quale fanno parte una dozzina di formazioni politiche. L’omicidio ha riportato in superficie le tensioni esistenti tra i due schieramenti: i simpatizzanti del partito Ennahada e i sostenitori della laicita’, allarmati dall’escalation di violenza esplosa nel paese e perpetrata da vari gruppi che dichiarano di agire in nome dell’Islam politico. Ma a riemergere e’ anche il sentimento anti coloniale che, forse, non ha mai abbandonato il paese dopo anni e anni di indipendenza. I sostenitori del partito al potere rivendicano: “la difesa della legittimità dell’Assemblea nazionale costituente” e l’opposizione “all’ingerenza francese” in risposta al ministro degli interni francese, Manuel Valls, che denunciava la”vigilia di un fascismo islamico che spunta dappertutto”.  “France dégage!” – Francia smamma- , come diremo noi, e’ lo slogan che riassume gli slogan della manifestazione, ma il problema resta all’interno del paese, dove le diverse formazioni politiche continuano a farsi guerra e dove i protagonisti della “primavera tunisina” non si rassegnano all’idea di aver condotto una battaglia che ha allontanato ancora di piu’ la meta dell’anelata liberta’. Intanto, anche le sorti dell’economia tunisina sono compromesse e la situazione non da’ segni di miglioramento, anzi le continue tensioni allontanano gli investitori e i turisti dalla Tunisia.

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