COLF: dietro front del Ministero

Filippo Ispirato

Giorni fa è circolata la notizia secondo la quale famiglie ed imprese che avevano assunto una colf, una baby sitter o una badante erano tenute, in caso di licenziamento anche per giusta causa, a dover versare una tassa di circa 1.450 Euro a titolo di indennità di disoccupazione, come stabilito dalla nuova normativa. Con la riforma del lavoro della Fornero la Legge 92/2012 ha specificato che “in tutti i casi di interruzione di un rapporto a tempo indeterminato per causa diversa dalle dimissioni, a partire dal 1 Gennaio del 2013 è dovuta, a carico del datore di lavoro, una somma pari al 50% del trattamento mensile iniziale di Aspi per ogni dodici mesi di anzianità aziendale negli ultimi tre anni”. Una somma dovuta, quindi, anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per decesso della persona anziana assisitita. Il dubbio principale della normativa, che è stato successivamente chiarito dal Ministero del Lavoro attraverso il comma 31 dell’articolo 2 della legge, è stato il suo ambito di applicazione: è stato deciso che tale onere è a carico esclusivamente delle imprese che hanno tra i loro dipendenti colf o badanti, mentre le famiglie sono completamente esentate da tale  tassazione. Con questo chiarimento, richiesto da più parti, è stata fatta luce su una questione che preoccupava diverse famiglie su un’ulteriore tassa che avrebbe gravato in maniera sensibile sui bilanci familiari. Durante gli ultimi mesi le famiglie italiane sono state oggetto di un pesante inasprimento della tassazione, che sta causando una forte contrazione dei consumi senza sensibili miglioramenti alle casse pubbliche, questo sia per il crescente debito pubblico che per il mancato taglio ai veri sprechi della macchina statale. Ad esempio, chi si vede costretto ad assumere una badante perchè ha in casa delle persone anziane, che hanno bisogno di cure continue, sostiene già una serie di spese amministrative e mediche piuttosto pesanti e spesso la pensione dell’assistito da sola non basta, necessitando di sostegni finanziari da parte di altri familiari. O ancora madri che devono assumere delle baby sitter per motivi di lavoro, si vedrebbero costrette o a rinunciare al lavoro o a sostenere  nuove spese, che certo non sono un buon incentivo per chi vuole mettere su famiglia. Aggiungere nuovi oneri avrebbe comportat o esclusivamente l’aumento di lavoro in nero o il licenziamento di numerosi operatori del settore.

Il buon senso, almeno per questa volta, ha prevalso.

One thought on “COLF: dietro front del Ministero

  1. Ogni tanto una buona notizia, era ora! Speriamo che il buon senso prevalga anche nel prossimo futuro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *