Marina d’Arechi: il vanto di Gallozzi

 

Da Roberta Busatto

SALERNO – La scelta da parte del Presidente del Consiglio Mario Monti di venire in visita a Marina d’Arechi nel corso del suo viaggio in Campania, testimonia l’importanza crescente della nautica e dell’Economia del Mare nelle agende politiche italiane. E’ fondamentale che tutte le istituzioni riconoscano il ruolo propulsore della filiera legata al mare per l’economia del nostro Paese. Con i suoi 7.456 chilometri di costa, una marineria che vanta una tradizione antica e centinaia di migliaia di imprese di straordinario valore, l’Italia dovrebbe fare proprio del mare la sua primaria risorsa di sviluppo e di lustro internazionale. Le politiche recenti, volte per lo più ad una, seppur legittima, lotta all’evasione fiscale, che allo sviluppo, hanno contributo a creare una “caccia alle streghe” che certamente non favorisce l’attività del settore nautico. La fuga di troppi diportisti verso Paesi europei maggiormente competitivi in termini fiscali, è un danno enorme per l’Italia, che invece per la sua posizione baricentrica nel Mediterraneo e per la sua vocazione dovrebbe assumere una forte leadership. La nautica e la portualità turistica hanno, inoltre, sempre avuto un legame fortissimo con i mercati internazionali, primi esempi nel mondo di quell’Italian Way of Life che esprime un mix unico di qualità, stile, design, solarità e ricchezza storica, culturale ed ambientale e rappresenta il vero valore aggiunto dell’offerta italiana nel mondo. Cercare di attrarre fasce di popolazione con la più alta capacità di spesa non può essere considerato un problema, ma una necessità. Ci sentiamo, pertanto, orgogliosi di poter rappresentare alle massime espressioni della politica italiana le istanze di una filiera trasversale, infrastrutturale, industriale e commerciale, di enormi dimensioni e potenzialità. Una filiera che non solo non va ostacolata ma va sostenuta e valorizzata, come principale strumento di un rilancio economico e di immagine di cui l’Italia ha assoluto bisogno. Il clima che si è diffuso intorno alla nautica, anche a causa di norme che hanno messo seriamente in difficoltà il settore, va contrastato a partire dalle massime rappresentanze istituzionali e dai primi atti legislativi e politici che intraprenderanno. Per questo motivo abbiamo voluto invitare a Marina d’Arechi tutti i candidati alla guida di questo Paese. Perché la delicatezza del momento che l’Italia sta vivendo, richiama tutti ad una maggiore assunzione di responsabilità rispetto al proprio ruolo e alle proprie attività. E perché Marina d’Arechi, progetto coraggioso e simbolo di un tessuto imprenditoriale che ancora sceglie di rischiare in proprio e di contribuire così alla crescita del proprio Paese, può essere la prova tangibile che l’Italia con l’Economia del Mare può crescere. Marina d’Arechi è il primo porto turistico che nasce senza alcun contributo pubblico a fondo perduto, grazie a 120 milioni di euro di investimento privato. E’ un’opera di quel Sud d’Italia ancora oggi ingiustamente considerato incapace di esprimere talenti imprenditoriali ed economici ed è l’esempio che anche nel nostro Paese possano svilupparsi grandi progetti in un clima di condivisione e consenso inter-istituzionale. Ed ecco perché siamo felici di poter esprimere la voce di un settore che si è sentito troppo spesso dimenticato. Tutti insieme chiediamo al Presidente del Consiglio e a tutti i candidati alla premiership del nostro Paese di mettere al centro delle politiche del prossimo Governo, senza riserve e con maggiore convinzione, l’Economia del Mare e tutte le filiere da essa rappresentate. Come? Intanto cominciando a porre un freno alla burocrazia che grava sulle imprese ed in particolare su quante di esse vogliano confrontarsi con la realizzazione di una grande opera infrastrutturale e poi limitando la pressione fiscale. E’ arrivato il momento di considerare la portualità turistica al pari di un albergo, in considerazione del fatto che entrambi offrono un servizio di accoglienza di qualità e dunque che l’IVA per i porti turistici sia pari al 10%. Infine è necessario che tutte le istituzioni concorrano a sviluppare con più incisività un’azione di marketing territoriale volta alla qualità dell’offerta e dell’accoglienza, supportando così le imprese che quotidianamente lavorano per rendere il nostro Paese attraente per tutti i mercati, nazionali e internazionali. Investire sempre di più sul rilancio dell’Economia del Mare, significa dare un supporto alla filiera che più di tutte rappresenta la vocazione e il carattere italiano e unisce trasversalmente i suoi settori di punta.

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