La libertà di una vela … con Paolo Borsellino

 

 

Di Barbara Filippone

PALERMO – In una qualunque giornata di gennaio, che diverrà speciale, viene ricordato Paolo Borsellino, magistrato che ha dato la sua vita, il suo impegno a disposizione degli altri, rinunciando ad avere una vita normale, trascorrendo le sue giornate scandite da interminabili impegni, accompagnato ovunque da una scorta che potesse proteggerlo. Le parole di Rita Borsellino, il 19 gennaio 2013, presso la Sala delle Capriate del Palazzo Steri dove è stato inaugurato il Centro Studi Paolo Borsellino, hanno scosso e risvegliato la coscienza di ognuno di noi: “Oggi è un giorno speciale, Paolo avrebbe compiuto 73 anni e questo è il nostro regalo. Dopo quel giorno, la morte di Giovanni Falcone, ti ho visto sempre meno spesso arricciare i baffi, come facevi ogni volta che sorridevi. E poi, all’improvviso, non c’eri più. Non capivo cosa sarebbe significato non averti più accanto, non vederti più alle feste domenicali insegnare ai miei bambini le parolacce per farmi arrabbiare”. Con lei alla presentazione l’europarlamentare Luigi Berlinguer, il giudice Leonardo Guarnotta, ma anche il sindaco di Palermo Orlando, il rettore dell’Università Lagalla e soprattutto studenti provenienti dalle scuole della città. Rispondendo alle richieste del Centro Studi, il Sindaco Leoluca Orlando ha manifestato la possibilità che lo stesso Centro sia ospitato nel quartiere della Kalsa, all’interno del Convento della Sapienza, a Piazza Magione. “L’Amministrazione Comunale -ha affermato il Sindaco- sta lavorando ad un progetto per l’utilizzo di quello splendido spazio, prevedendone la ristrutturazione anche in collaborazione con  soggetti privati e, all’interno di questo progetto, pensiamo sia possibile l’ospitalità di uno spazio intitolato a Paolo Borsellino, per attività culturali e sociali legate all’educazione alla legalità.”  Il centro di ricerca nasce, così, come strumento di memoria, di documentazione del movimento anti-mafia, di una terra, la Sicilia, che ha dovuto sempre vivere e condividere una realtà mafiosa che gli stava stretta, che non le ha permesso uno sviluppo adeguato alle risorse disponibili, con l’idea, dunque, come afferma Maria Tomarchio, docente universitaria e dirigente del Centro: “Tutto è ispirato alla memoria di Paolo Borsellino, alla sua idea che l’educazione sia un fattore strategico di una crescita completa dell’uomo”. Alla vigilia del giorno della memoria, il 27 gennaio, il giorno della Shoa, mi piace pensare che il Centro Paolo Borsellino possa diventare il nostro giorno della memoria, per andare avanti a testa alta,  e come rappresenta la vela logo del Centro, la libertà di navigare, annusando “il fresco profumo del mare” come lo stesso Borsellino ammetteva contro “il puzzo del compromesso e della mafia” così la vela della legalità, della conoscenza e della cultura spiegherà sul mare dell’ignoranza e dell’ipocrisia.

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