Aldo Bianchini
SALERNO – Da don Guerino Grimaldi a don Luigi Moretti, dal 20 ottobre 1984 al 22 gennaio 2013; un balzo di circa ventotto anni, o poco più. In mezzo il lungo regno dell’arcivescovo Gerardo Pierro sull’arcidiocesi di Salerno. Cosa è rimasto della chiesa di don Guerino Grimaldi, com’è cambiata la chiesa in questi lunghi e travagliati ventotto anni; cosa ha trovato il nuovo primate dopo un tempo infinitamente lungo e cosa Egli sta cambiando. Nulla !! Anzi, per certi versi, la situazione è peggiorata e di molto. Si può in maniera semplicistica dire che si è passati dalla chiesa patriarcale ed apparentemente (solo apparentemente !!) bonaria di don Guerino e da quella manageriale di don Gerardo a quella “tecnologico-finanziaria” di don Luigi: un passaggio sottile ma epocale. Don Guerino andò via, perché chiamato dal Signore, subito dopo l’assassinio dei due carabinieri a Pontecagnano e poco prima che scoppiasse la tangentopoli salernitana. Aveva, nelle more, accumulato un immenso patrimonio immobiliare arricchendo, nel bene e nel male, la chiesa salernitana. Don Gerardo arrivò in un momento di tempesta giudiziaria e di grandi sconvolgimenti politico-sociali e in tanti pensarono che la sua venuta potesse servire anche a ricucire i rapporti tra la politica e la magistratura. I suoi scoponi con Ciriaco De Mita erano già all’epoca di dominio pubblico e il “gran visir” di Nusco, nel 1992, lo accompagnò fin sotto il palco di Piazza Amendola sul quale il compianto Vincenzo Giordano gli consegnò le chiavi della città. Aveva raccolto un’eredità oggettivamente difficile il “buon pastore” di anime Gerardo Pierro, meglio noto come il parroco di Coperchia, non seppe essere duro fino in fondo nell’opera di pulizia che gli si chiedeva, e la chiesa intorno a lui si è prima sfilacciata e poi sfasciata. Sotto di lui è esploso il caso de “Il Gregge” che faceva capo alla santona di Bellizzi che don Gerardo, consapevole del pericolo immanente, affrontò a muso duro come un “vero uomo della Chiesa cristiana deve fare” cercando di difendere i principi fondanti della Chiesa Cattolica, principi che non possono consentire l’alimentarsi di una “corrente” contrapposta al dogma stesso della Chiesa di Pietro. Da qui e dalle invidie per la realizzazione del Seminario di Pontecagnano ha preso piede lo scontro epocale all’interno della Curia che ha portato l’arcivescovo Pierro sull’orlo della sostituzione. Fortunatamente per Lui il Santo Padre, anche quello attuale, ha saputo resistere alle pressioni dei cardinali Bertone e Re, i quali in uno scambio non scritto hanno ottenuto, forse, che “Il Gregge” continuasse imperterrito la sua attività nel ventre della Madre Chiesa fino al punto di esercitare, forse, dirette pressioni sull’attuale arcivescovo nella riorganizzazione complessiva delle stanze del potere sull’onda delle “sante protezioni nella curia romana”. La venuta di Moretti era stata annunciata come limpida, trasparente ed innovatrice. E’ finita, invece, che ha vinto “Il Gregge”, almeno questo appare dalla notizia che circolava già da mesi, ma che di recente è uscita dal palazzo di via il Guiscardo per finire sui giornali. Tra i papabili per diventare “vescovo” c’è anche don Franco Fedullo, uno dei maggiori attivisti de “Il Gregge”, che dovrà comunque vedersela con don Biagio Napoletano, parroco da una vita di Coperchia (dove era stato a lungo Pierro !!) e da poco direttore del consiglio pastorale diocesano. Il primo per molti anni alla presidenza della Caritas di Salerno, il secondo sempre molto lontano da “Il Gregge”. Non ci posso credere mi verrebbe subito da dire, come è possibile che un sacerdote de “Il Gregge” possa correre per uno scranno di “Vescovo” della Chiesa ? Un comune mortale direbbe che “non c’è più religione” e qualcuno me lo ha anche detto direttamente. Io metto, ovviamente, le mani avanti ed essendo profano di tutte le strategie intestine della Chiesa mi astengo da qualsivoglia giudizio e se don Franco merita è anche giusto che diventi Vescovo della Chiesa cattolica-romana. Ma se la notizia è fondata, come pare che sia a detta dei colleghi di don Fedullo (che l’arcivescovo Pierro fece Monsignore), siamo di fronte alla certificazione che il nuovo capo della curia salernitana, mons. Luigi Moretti, veramente non ha cambiato nulla. Anzi potremmo essere di fronte alla “resa incondizionata”, voluta forse dall’alto, dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna al cospetto dell’associazione “Il Gregge” quale frutto di un movimento culturale-religioso portato avanti per decenni da padre Salvatore Pagano, un movimento che instillò nel cuore di tanti giovani della Salerno-bene l’improvvisa ed infrenabile “vocazione” verso il sacerdozio. Parlavo, poco fa, di resa incondizionata e per essere più chiaro la frase è riferita all’assalto degli uomini de “Il Gregge” ai posti chiave dell’Arcidiocesi. Ma di questo e di tante altre cose ci occuperemo nella prossima puntata.
Una volta queste notizie erano avvolte dal mistero e dalla riservatezza.Se soltanto usciva una notiziola fuori si rischiava di non essere piu’ eletti.Oggi i tempi sono cambiati…tuttavia circondiamo di rispetto e di attesa rispettosa questa decisione.Quanto a me sono contento che la Chiesa di Salerno vede riconosciuto un suo sacerdote degno dell’ episcopato.I due candidati sono meritevoli per vita sacerdotale e per preparazione di ricevere questa ordinazione.Di D. franco Fedullo posso dire tutto il bene che mi detta il cuore,come se fosse mio fratello.Buono,zelante,disponibile senza orario,generoso,colto,amico e fratello nella gioia e nelle avversita’.Se lo Spirito Santo si ferma su di lui,non ha vinto o perso nessuno.Ha vinto la Fede e con la Fede il perdono di cose passate e l’umilta’ di andare avanti.Prego per entrambi.Uno a Salerno e l’altro a Ischia o Capua.
Carissimo direttore Bianchini, lei parla di cose che non conosce e poi non bisognerebbe puntare il dito contro gli altri, quando nella propria vita le si è fatte di cotte e di crude…. non crede? pensi ai dipendenti della sua ex tv e ai soldi che non gli ha mai dato o che ha fatto sparire. Che fine hanno fatto quei soldi.
caro Bianchini, beva di meno e vada in pensione che è arrivata l’ora
Questo “articolo” è sconcertante. Forse l’autore ha bussato alla porta di Don Fedullo e non è stato ricevuto? E il “Gregge”, che colpe avrebbe? Non si evince dall’articolo. Sono sovversivi?, Sono satanisti? Sono Scemi? Boh? Sono del “Gregge”, e non mi sembra siano stati scomunicati. Caro rag. Bianchini, si ricordi che le simpatie e gli opportunismi, un giornalista, o meglio, un cronista, quale Lei non è, dovrebbe tenersele per se. Si informi, prima, oppure spieghi perchè il “gregge” non va bene. Nel suo “articolo” non lo fa, oppure si spiega male, molto male.