Alfonso D’Alessio
Qual è quel porto sicuro nel quale da piccoli ci rifugiavamo certi di essere protetti? Tutti all’unisono, risponderemmo che quell’insenatura è la mamma. Confessiamolo pure, anche da adulti, fino a quando il Signore ci ha concesso o ci concederà di godere della nostra genitrice, essa rappresenta la certezza dell’amore. Tale convinzione è entrata a far parte del ricco bagaglio della saggezza popolare attraverso i proverbi che sovente citiamo. Uno mi colpisce più degli altri, ed è quello che ricorda che colui che dice di volerci più bene di una mamma ci inganna. Per non parlare poi della letteratura e del mondo artistico e culturale in generale. Non si contano le opere d’arte che raffigurano la maternità, i versi poetici e i poemi letterali che si ispirano alla madre o nei quali è la principale figura di riferimento. “Ricorderai d’avermi atteso tanto, e avrai negli occhi un rapido sospiro” asserisce Ungaretti evocando nella poesia “la Madre” una donna che, ferma come una statua fino alla concessione del perdono da parte dell’Onnipotente, ha atteso il figlio al di là del muro d’ombra. Sigilla così il rapporto tra mamma e figlio, inscindibile ed eterno. Il titolo più bello che la Chiesa riconosce a Maria è quello di essere Madre di Dio e madre nostra. Altro che non riconoscimento della donna, è l’esaltazione di essa e l’affermazione del corretto femminismo lontano dalle logiche ideologiche e strumentali. Il mammo resta dunque una gigantesca e ineluttabile realtà nell’esistenza umana, utile per un’equilibrata maturità e serenità interiore. Ops, chiedo venia, ho commesso un errore di battitura e ho scritto “mammo” anziché “mamma”! Sicuramente avrò provocato turbamento in chi ha colto tutta l’innaturalezza stridente dell’errore. Domando scusa, ne approfitto però per invitare a meditare su quello che si è immediatamente pensato cogliendo il voluto errore. Io sono tra quelli, pregiudizievole secondo qualcuno (sic), per il quale la mamma donna è insostituibile, e non certo solo per affacciarsi a questo mondo. Ne consegue che parimenti il papà maschio è insostituibile, e questo per buona pace della Cassazione, probabilmente più pregiudizievole di me.