Aldo Bianchini
SALERNO – Le statistiche sono fredde, basta guardarle per capire che non esprimono sentimenti o stati d’animo. E’ fredda anche la classifica-statistica diffusa dalla segreteria provinciale del PD subito dopo le cosiddette “primarie di collegio”. A leggere soltanto i numeri con Bonavitacola primo e Bottoni ultimo dei ventuno candidati si potrebbe facilmente concludere che “il re ha vinto” in maniera schiacciante, ancora una volta, ma si è chiuso nel suo “Fort Apache” tra Salerno e Cava de’ Tirreni (la Lamberti è una creatura politica di Luigi Gravagnuolo e da lui lanciata come “assessore ai ll.pp.” della città metelliana). Insomma i politici che contavano sia nell’Agro che nel Vallo/Cilento o sono stati fatti fuori o sono contro De Luca. Un quadro non incoraggiante per chi si appresta a governare il Paese. Secondo molti la parabola politica di “Vincenzo” ha toccato l’apice e proprio da questa fredda classifica potrebbe partire la rivolta di chi fino all’ultimo minuto ha sperato nell’unzione e non l’ha ricevuta. Del resto accade sempre così nella storia politica. Chi avrebbe mai pensato ad un’alleanza Cuomo-Arenare (socialisti di vecchia data e di tante passate battaglie) che ha sovvertito il voto di Sassano, o ad un accordo Valiante-Pica che ha proiettato il rampollo cilentano al terzo posto della classifica. Chi avrebbe mai pensato, ad esempio, che Rossana Lamberti avrebbe catalizzato il voto di Sanza, lei da perfetta sconosciuta è stata la prima eletta. Tutto in danno dei due peones del Vallo di Diano Rousseau e Romano che hanno totalizzato meno del 30% del consensi in un Vallo che invece avrebbe potuto incoronarli se avesse avuto la forza e la coscienza di unirsi contro il duce. Tutte situazioni particolari che non mancherò di analizzare nei prossimi articoli, oggi mi sono limitato soltanto a piccole chicche. Il quadro generale provinciale potrebbe realmente far partire il famigerato “political cliff” (precipizio politico) per Vincenzo De Luca che da oggi potrà vantare, è vero, una maggioranza schiacciante ma non potrà contare su “compagni di cordata” esperti e soprattutto fedelissimi, eccezion fatta per Bonavitacola che è senza dubbio alcuno molto esperto ma che in quanto a fedeltà non so proprio fino a che punto De Luca possa scommettere. Dico questo perché i nomi nuovi che si affacciano sulla scacchiera politica provinciale (Saggese, Lamberti, Capozzolo …) non so davvero quale esperienza e quale tipo di fedeltà possano garantire. Ma al di là di questi nomi una fronda già c’è. Simone Valiante e Antonio Cuomo, così come lo stesso Tino Iannuzzi, costituiscono di per sé un’ottima muraglia contro la strapotere del sindaco di Salerno; hanno dimostrato che da soli, anche se attraverso “alleanze sommerse”, sono riusciti a dimostrare che possono ritornare in Parlamento grazie proprio a quel Vallo di Diano che, in parte, il PD ha abbandonato a se stesso scaraventando verso gli ultimi posti i due nominativi (Rousseau e Romano) che ad arte lo stesso partito aveva sponsorizzato nelle scelte di collegio contando sulla frammentarietà dei personaggi politici del territorio. Se poi cade anche la speranza di sbattere fuori dal Parlamento il buon Alfonso Andria si ritroverà un altro avversario in più ancora più agguerrito di prima che certamente non sbaglierà nel fare il “finto filo” nei confronti del “capo” e dovrà (anche se non è nel suo costume !!) lasciare cadere ogni indugio ed abbandonare per sempre lo stereotipo di “bravo ragazzo che va verso la prima comunione con il giglio in mano” (così lo aveva definito De Luca nella campagna elettorale del 2006 !!) per iniziare davvero la sua battaglia di verità, di trasparenza e di legalità in una città che non ne può più. Questa volta De Luca ha tentato di affondarlo davvero e per sempre; in parte c’è riuscito, ma Andria potrà avvalersi ancora di vie di fuga molto importanti per salvarsi e rientrare in uno dei due palazzi capitolini che contano. Insomma, proprio mentre De Luca si appresta alla festa politica più importante della sua vita con la conquista di uno scranno nel governo e la maggioranza dei parlamentari del collegio, potrebbe aprirsi il primo vero buco verso la parabola discendente. Sarà capace De Luca di leggere i risultati delle primarie a 360° ? Sullo sfondo, intanto, intravedo la figura di Angelo Villani che se la ride sotto i baffi (che non ha !!), soprattutto nei confronti del suo “ex amico” Alfonso Andria che nei momenti cruciali lo ha lasciato in perfetta solitudine e che nelle ultime ore ha vissuto momenti duri e drammatici dopo i trionfi quasi scontati delle due presidenze provinciale, del seggio in Europa e del Senato italiano. I prossimi due mesi ci diranno, dunque, tantissime verità.