Alfonso D’Alessio
In questi giorni imperversa la ricerca dell’augurio più originale da inviare via sms, mail o posta classica in occasione dell’imminente arrivo dell’anno nuovo. Ci si augura felicità, gioia, ricchezza economica, tutte cose belle e certamente auspicabili nella maniera più diffusa possibile. Si corre talvolta il rischio di fare auguri che mancano del tubero. E’ come augurare ad un albero, a cui sono state tagliate le radici, di portare molto frutto. Può infatti esistere contentezza senza la salvaguardia dell’uomo e della sua dignità? O letizia senza motivazione? O peggio ancora ricchezza fondata sull’egoismo diffuso e sulla povertà delle masse? Certo che no! Spesso guardiamo avanti dimenticando il passato. Errore gravissimo. Noi siamo frutto del passato, nel bene e nel male. Nel bene facendo tesoro delle esperienze positive che ci sostengono e costruiscono, nel male facendo altrettanto tesoro delle esperienze negative, prova provata che perseguendo vie furbesche non si giunge da nessuna parte. Da questa considerazione l’augurio per il 2013. Facciamo capitale delle nostre radici per guardare il futuro senza timore. La radice è Cristo, solo in Lui saremo quell’albero capace di portare frutti buoni, di resistere alle intemperie senza essere abbattuti. Facciamo nostro il grido di speranza che un vescovo, testimone dei giorni nostri, ha lanciato attraverso l’ultimo libro scritto “Nulla andrà perduto”. Mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare dell’Aquila, dona motivazione all’autentica speranza. All’indomani del terribile terremoto che colpì il capoluogo e la regione Abruzzo, il vescovo si rimboccò le maniche per testimoniare la vicinanza concreta della Chiesa a chi aveva perso tutto. Il messaggio è chiaro. Nel terremoto dell’Aquila si può scorgere una metafora del disfacimento spirituale e morale della società italiana, e il cattolico si deve sentire impegnato fattivamente ad annunciare che si può credere nella speranza, sempre. La via? Quella di non perdere nessun frammento di bontà e di bellezza che il passato ha tramandato. Auguri per un 2013 che segni forte la reazione al decadimento culturale e di costume che ha distinto anche il 2012, e ridoni il gusto del bello e della sana educazione.