Maria Chiara Rizzo
Il popolo egiziano ha detto sì alla nuova Costituzione : approvata da un referendum svoltosi in piena crisi politica, il nuovo testo ha ottenuto il 63,8% dei voti e le urne hanno registrato la partecipazione del 32,9% della popolazione, che si aggira intorno ai 52 milioni. Dunque, i risultati finali hanno confermato le stime dei Fratelli Musulmani, partito del presidente Morsi, e dei media locali che annunciavano la vittoria con il 64% dei sì. Ora toccherà al presidente in carica dar prova della validità del suo programma e delle sue intenzioni di porre fine alle violenze e alle divisioni all’interno del paese. Al momento della diffusione dei risultati ufficiali, il Cairo sembrava una città tranquilla, attenta ad ascoltare il responso finale, ma non sono mancate accuse di brogli. Diverse organizzazioni non governative (ong) hanno denunciato irregolarità nel corso dello scrutinio e l’opposizione ha puntato il dito contro i Fratelli Musulmani, accusandoli di frode. Secondo la normaiva egiziana, affinchè siano ritenute valide, le elezioni devono svolgersi sotto la supervisione di magistrati. In questa occasione ong e partiti di opposizione hanno segnalato che alcune persone si sono fatte passare per giudici, ma il presidente della commissione elettorale, M. Aboul Maati, ha affermato che nessuto ha provato che gente non appartenente alla magistratura ha presieduto dei seggi. Poi, il presdente ha aggiunto che i risultati di alcuni seggi sono stati considerati non validi perchè chiusi prima dell’ora fissata dalla commissione.
