Aldo Bianchini
SALERNO – Sto seguendo con una certa attenzione le presunte rivelazioni sulle entrature politiche, e non, di Antonio Della Monica (Cavamarket) apparse da qualche giorno sul quotidiano “Metropolis” per via di alcune intercettazioni ambientali e/o telefoniche e per le confessioni “de relato” di un pentito. Insomma la solita storia insulsa che mistifica, spesso, la realtà dei fatti. Come se tutti non sapessero come vanno a finire certe confessioni o come tutti non conoscessero la storia di Antonio Della Monica che fino a poco tempo fa è stato un imprenditore di successo e che, quando era all’apice, da buon imprenditore non ha mai disdegnato di avere rapporti sia con la destra che con la sinistra. Esattamente come deve fare un imprenditore di successo. Adesso tutti fanno finta di dimenticare, magistratura compresa, che il buon Antonio Della Monica ha avuto molto verosimilmente più rapporti con la sinistra che con la destra e nello specifico più rapporti con Vincenzo De Luca che con Edmondo Cirielli. Sembra invece, stando alla stampa nostrana (molto di parte !!), che abbia avuto solo rapporti con Cirielli e che quei pochi rapporti avuti con l’ex presidente della Provincia siano stati tutti rapporti improntati al malaffare ed allo scambio di voti. Io non so davvero come si fa a dimenticare l’interesse che Della Monica manifestò verso Vincenzo De Luca, prima e dopo le amministrative e le politiche del 2006, quando il “De Luca contro tutti” ovvero il De Luca del “Vicienzo m’e’ pate a me”, grazie alle gentili concessioni della famiglia Di Filippo (l’ingegnere Ercole era stato capo dell’ufficio di piano) che alienò la fabbrica in favore di Della Monica, concesse la licenza o il cambio di destinazione d’uso all’imprenditore metelliano che sul sito di Torrione doveva realizzare un grande ipermercato a patto che lasciasse (non so se a pagamento o meno !!) una fetta del sito acquistato dai Di Filippo al Comune di Salerno per la prosecuzione dei lavori della stazione di Torrione della metropolitana leggera. Probabilmente quella cessione è passata alla storia come una “grazia ricevuta” soltanto perché si trattava di un’amministrazione di sinistra, mentre oggi la magistratura di Torre Annunziata mi viene a dire che sulla base di una semplice intercettazione o di una squallida delazione (per sentito dire !!) l’intreccio imprenditoriale-politico tra Della Monica e Cirielli è perverso. Ma non fatemi ridere !! Come si fa a dimenticare che tutte le testate giornalistiche, radio-televisive e di carta stampata, in quegli anni facevano a gara per accattivarsi le simpatie dell’imprenditore di successo e quasi si prostravano ai suoi piedi per ottenere anche giuste sponsorizzazioni. Io, invece, ho sempre avuto la sensazione che Antonio Della Monica non si sia mai piegato ai voleri di nessuno e che abbia fatto soltanto l’imprenditore nella maniera in cui si fa l’imprenditore, cioè facendo i propri interessi, come è giusto che sia. Dopo le cose sono andate male, anzi malissimo, ma questa è altra storia. A proposito di storielle ve ne racconto io una molto accattivante. Correva l’epoca del sindacato di Alfredo Messina a Cava de’ Tirreni; in quegli anni Messina veniva settimanalmente a Quarta Rete, il venerdì, per una trasmissione con me come conduttore. Era a conoscenza delle nostre difficoltà economiche e della mancanza assoluta di sponsor, lo pregai di esaminare la possibilità di un incontro con Della Monica per un’eventuale sponsorizzazione del suo come di altri programmi sulle frequenze di una tv (Quarta Rete) molto vista a Cava. Ebbene una sera fui invitato a cena a Cava de’ Tirreni, cena regolarmente pagata dall’avvocato Messina, insieme all’imprenditore Antonio Della Monica. Si parlò correttamente di politica, di impresa e di informazione; io personalmente chiesi a Della Monica una sponsorizzazione che, però, non arrivò mai. Non se ne fece mai nulla perché probabilmente in quel momento a quell’imprenditore non serviva, altro che storie, altro che pressioni politiche, tutte e soltanto fantasie inventate da personaggi squallidi che appartengono al sottobosco della delinquenza e della camorra di infimo livello. E’ vero che né il sindaco né l’imprenditore si permisero di avanzare supposizioni o forzature sul tipo di informazione da produrre, verosimilmente anche il mio atteggiamento forse non lo consentiva, ma voler ora dipingere Antonio Della Monica come il grande corruttore dei politici in una fantasiosa “abusivopoli-bis” mi sembra davvero alquanto esagerato e fuori dalla realtà. Eppure, ripeto, a quella cena c’era il sindaco di Cava de’ Tirreni (massima autorità politica cittadina) e il top dell’imprenditoria metelliana di quel momento, eppure non accadde nulla di nulla; si trattò semplicemente di un incontro a cena tra tre soggetti diversi: politica – imprenditoria – informazione. E non ci furono discorsi fuorvianti o promesse di appoggi politici in cambio di una informazione pilotata; come dire !! se Della Monica avesse voluto, avrebbe potuto acquistare non soltanto uno spazio pubblicitario ma l’intero pacchetto azionario di Quarta Rete, e non lo fece. Ho raccontato questo episodio che probabilmente Antonio Della Monica non ricorderà neppure, tanti erano i suoi impegni dell’epoca. Prima di scrivere e di infangare soltanto sulla base di una intercettazione o di una fasulla confessione stiamo attenti a dove si va a parare. Sempre e solo per amore della giustizia, ovviamente.