Aldo Bianchini
PAGANI – Quando si parla dei “nuclei di valutazione” nell’ambito del pubblico impiego viene subito da storcere il naso, per la loro inaffidabilità ed a volte per la loro poca professionalità ed equità di giudizio. Non è il caso del Comune di Pagani e del suo nucleo di valutazione, almeno per il periodo in cui è stato presieduto dalla dottoressa Ivana Perongini che non ha avuto difficoltà a bocciare l’operato dell’avv. Giuseppe Serritiello, responsabile dell’ufficio legale del comune. Il grande accusatore di Alberico Gambino, nel processo “Linea d’ombra”, non avrebbe raggiunto gli obiettivi assegnatigli dall’amministrazione comunale per l’anno 2010. La Perongini, nel maggio del 2011, in tempi assolutamente non sospetti, ha proceduto alla valutazione dei risultati raggiunti da tutti i responsabili di settore e ha riconosciuto all’ avv.to Serritiello un’indennità di risultato pari al 19%, in considerazione del raggiungimento parziale degli obiettivi assegnati. L’avv. Serritiello, ritenendosi leso da tale valutazione, dopo l’arresto dell’ex sindaco Gambino, e precisamente nel dicembre dello scorso anno, ha impugnato la valutazione attaccando a testa bassa l’operato del Nucleo di valutazione. Il Comune si è costituito facendosi rappresentare dall’avv. Anna Maria Buonaiuto di Nocera Inferiore e ha vinto la causa. Il Giudice del lavoro, dott. Tommaso Mainenti, sentenza del 30 novembre 2012, con una bellissima motivazione nella quale evidenzia l’infondatezza della richiesta del Serritiello, che nello stesso ricorso ha affermato di non aver raggiunto tutti gli obiettivi assegnati, ha respinto il ricorso. Brutta gatta da pelare per l’accusatore di Gambino e della stessa Perongini, anche perché a questo punto rischia di perdere una cospicua fetta dell’appannaggio (in aggiunta allo stipendio) spettante per il raggiungimento degli obiettivi assegnati calcolabile in circa 12.500 € annue come indennità di posizione fissa e di un’altra somma aggiuntiva calcolabile tra il 10 e il 25% dell’indennità di posizione. Ovviamente l’avv. Serritiello potrà ricorrere in appello ma il primo round si è chiuso a suo svantaggio. Lo stesso giudice Mainenti a blindatura della sua sentenza aggiunge che: “L’immagine che ne discende è quella di una situazione di non piena collaborazione con il Direttore Generale, da cui è dipeso il giudizio del Nucleo di Valutazione; è giudizio di cui non si ravvisa il contrasto con i principi di correttezza e buona fede”. Quindi, mentre è ancora in corso il processo a Gambino e si profila un processo anche a carico della dottoressa Ivana Perongini perché accusata di “subornazione” nei confronti del Serritiello e di altri, arriva un giudice del lavoro del calibro di Mainenti (che non è un giudice del lavoro qualsiasi !!) a stigmatizzare l’esistenza di un clima ambientale non certo tranquillo all’interno del Comune di Pagani dove più di qualcuno cercava di preservare il proprio orticello a disdoro dell’azione “purificatrice” avviata dall’allora direttore generale Ivana Perongini nel solco di una “linea politico-amministrativa” indicata dall’amministrazione comunale ben prima che scoppiasse lo scandalo “Linea d’ombra” con gli arresti clamorosi del 15 luglio 2011. Altro che subornazione, qui sarebbe il caso di parlare di “insubordinazione” contro regole di legalità e di trasparenza in un ambiente in cui erano venuti a mancare anche i minimi presupposti di una sana vita amministrativa e di rapporti interpersonali. La sentenza di Mainenti del 30 novembre 2012 non può passare inosservata e deve avere il suo peso specifico anche nell’ambito del processo penale contro Gambino ed altri, processo che si avvia a conclusione. Ben conoscendo il giudice Mainenti e leggendo con attenzione quello che ha scritto mi chiedo come può essere che in sede penale l’arroganza di alcuni soggetti venga scambiata per desiderio di legalità e di giustizia e che venga indagata l’unica persona (Ivana Perongini !!) che poteva, in quel tipo di clima insurrezionale, garantire serenità equità e giustizia, sempre e comunque nel pieno rispetto della legge.
Significa che le accuse mosse dal Serritiello nel processo linea d’ombra potrebbero anche scaturire da un desiderio di rivalsa nei confronti dell’amministrazione comunale e del direttore generale?