EGITTO: “SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO”!

Maria Chiara Rizzo

L’Egitto ha rinviato la riunione per il dialogo nazionale prevista per ieri alla presenza del presidente Morsi, che, insieme all’opposizione, avrebbe dovuto tentare la messa a punto di un piano per uscire dalla crisi in cui è ripiombato il paese negli ultimi giorni. L’annuncio del rinvio è stato trasmesso dal ministro della difesa e comandante delle forze armate egiziane, Abdel Fattah Al-Sissi, attraverso una pagina facebook.Da questa brutta vicenda l’esercito- il cui ruolo è stato centrale nell’Egitto del dopo Mubarak-  ha preso le distanze, lasciando al presidente e all’opposizione l’onere di trovare una soluzione alla crisi generata dal decreto presidenziale – che conferisce a Morsi maggiori poteri – e da un progetto di riforma costituzionale -che sarà sottoposta a referendum sabato prossimo.A seguito dell’annuncio delle riforme, la città del Cairo è scesa per l’ennesima volta nelle piazze: alcuni si sono addirittura arrampicati sulla barricata di cemento eretta come protezione del palazzo presidenziale, in segno di protesta contro quel decreto , poi ridimensionato, del presidente Mohammed Morsi con il quale ha accresciuto i suoi poteri riducendo quelli della magistratura.A capo del “NO” al referendum c’è il Fronte di salvezza nazionale (FSN), che rappresenta partiti e gruppi con tendenza piuttosto liberale e di sinistra e grida a gran vote il suo disappunto per il voto di sabato su un testo che aprirebbe la via a un processo di islamizzazione della legislazione e comprometterebbe le già poche garanzie di libertà.Ma le iniziative che hanno fatto scattare la molla non sono state solo queste. Sabato scorso il presidente Morsi ha annunciato un aumento delle tasse su alcuni beni che avrebbero colpito fortemente le famiglie egiziane. Le misure, subito ritirate con un annuncio pubblicato su facebook lunedi alle 2 della mattina, sarebbero state pensate per implementare un programma economico che il paese ha presentato al Fondo Monetario Internazionale, al fine di essere eleggibile per un finanziamento pari a 4.8 miliardi di dollari. Questo provvedimento si sarebbe dovuto aggiungere alla riduzione – già effettuata-  dei sussidi sul gas e sull’elettricità, conformemente al programma governativo di austerity.Tra gli altri prodotti, la misura economica- attualmente in stand by- prevedeva la tassazione su acciaio, cemento, soft drinks, birra, sigarette, così come su un’ampia varietà di servizi.Mentre il FMI farà le sue valutazioni sulla concessione del fondo, l’Egitto deve fare i conti con una situazione economica disastrosa, provocata principalmente dalle perdite del settore turistico che, fino all’epoca Mubarak, era un pilastro portante dell’economia del paese.

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