Da uff.stampa DFC-Campania
SALERNO – Sono trascorsi sei mesi da quando è stato eletto Segretario Politico di Democrazia Federalista Campania e nel frattempo il movimento si è rafforzato con nuove adesioni di amministratori e consiglieri comunali, ma soprattutto è diventato punto di riferimento di tanti cittadini della Campania, che hanno condiviso le tante battaglie su molti temi vitali quali quelli del lavoro e dell’occupazione, agricoltura,comunità montane, turismo, Università, sanità, welfare, trasporti, fondi strutturali, semplificazione della P.A. oltre a problematiche che attengono alle scelte politiche nazionali come una nuova legge elettorale, il rinnovamento della classa politica con una nuova rappresentanza dei cattolici impegnati ed i temi dell’antipolitica. Su tutti questi argomenti abbiamo rivolto alcune domande al Segretario Antonio Lubritto, per meglio delineare in questo scenario il futuro di Democrazia Federalista.
Segretario Lubritto, il Parlamento non riesce a definire una nuova Legge elettorale per i forti contrasti tra i vari partiti, cosa pensa in merito?
“ Ritengo che allo stato, non sia più differibile l’approvazione di una nuova legge elettorale che permetta ai cittadini di poter scegliere i propri rappresentanti in Parlamento con il voto di preferenza, eliminando la possibilità che siano i ” Nominati” dai partiti a decidere il futuro del Paese nel nome del Popolo Sovrano. Bene ha fatto il Presidente Napolitano a sollecitare un’approvazione immediata, dopo i solenni impegni assunti dai responsabili dei partiti, che mentre ufficialmente si dicono propensi a restituire la parola ai cittadini, dall’altra vorrebbero continuare ad indicare chi deve sedere in Parlamento. Solo così si potrà rinnovare l’attuale classe politica, che ha messo in ginocchio l’Italia e la Campania”
Sullo sfondo si intravede però anche il problema del rinnovamento della classe politica e quello delle preferenze.
“Certamente vi è l’esigenza di rinnovare una classe politica che siede in Parlamento da troppe legislature. Ma al di là dell’età anagrafica i candidati dal Parlamento Europeo a quello Nazionale, dal Consiglio Regionale a quelli Comunali devono avere due inderogabili caratteristiche: non essere stati eletti per più di due legislature e non avere condanni penali passate in giudicato. Vi è poi il problema della preferenza. Oggi l’elettore non può scegliere il candidato da votare, per l’elezione della Camera e del Senato, questa è una anomalia che indebolisce la democrazia ed anche la qualità della rappresentanza Parlamentare. Senza contare che con la preferenza si darebbe cittadino-elettore la responsabilità di scegliersi il proprio rappresentante nelle istituzioni così da poter meglio selezionare la classe dirigente e meglio programmare lo sviluppo nell’interesse generale e del bene comune.”
Oggi sembra essere diventata di moda l’antipolitica, come è possibile riavvicinare le istituzioni ai cittadini, sempre più rifugiati in una dimensione personale e di distacco dai partiti?
“Viviamo un momento difficile in una situazione di anarchia, perché i partiti che facevano la politica con la P maiuscola non ci sono più con la conseguenza che le persone perbene che intendono con le loro conoscenze, con il loro sapere e le loro capacità, contribuire al bene pubblico, vengono messe da parte. La conseguenza di tutto ciò è “una cattiva politica” con la corsa all’occupazione dei posti di gestione da parte di faccendieri e personaggi senza scrupoli, che non solo non fanno l’interesse generale e non producono occupazione, ma molto spesso devastano e distruggono il territorio. Credo che l’appello lanciato dal cardinale Angelo Bagnasco che i partiti devono autoriformarsi sia non differibile se veramente si vuole dar vita ad una vera e propria “rivoluzione culturale”, che promuova la solidarietà tra le persone, persegua il bene comune e ponga al centro della sua azione lo sviluppo e la crescita dei territori e dello stato italiano.”
Come allora si può uscire da questo tunnel?
“Occorre lavorare con entusiasmo ad un grande progetto culturale in grado di unire tutte le forze democratiche, del volontariato e dell’associazionismo per proporre una nuova spinta ideale. A questo progetto Democrazia Federalista sta lavorando da tempo attraverso l’Unione federale di tutte le forze politiche, movimenti civici, associazioni, da parte dei cittadini e della classe dirigente perbene, che hanno gli stessi valori e l’interesse generale del Paese. Innescare, cioè un grande processo di trasformazione e di innovazione che deve coinvolgere soggetti pubblici e privati, con grande impegno collettivo: autonomie locali, forze sociali, associazionismo, dibattito nel mondo accademico per realizzare un confronto esteso. Se davvero si vuole dare una speranza positiva ai giovani della Campania e del Sud, non resta che percorrere questa strada che ci porterà sicuramente a “ riveder le stelle” per un nuovo cammino di luce e di speranza. “
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