SALERNO: “Condivisibili le preoccupazioni del Sindaco, ma nessuno soffi sul disagio”

 

 

Dai cons.comunali Roberto Celano e Raffaele Adinolfi

            SALERNO – Nel condividere le preoccupazioni del Sindaco di Salerno, che addirittura evidenzia il rischio di fenomeni di lotta armata in relazione al forte disagio sociale derivante anche dalla grave crisi economica in cui versa il Paese, appare necessario invitare tutti ad un maggior senso di responsabilità.       L’Amministrazione Comunale della Città capoluogo deve, pertanto, comprendere che appare oltremodo necessario stabilire delle priorità nella distribuzione delle risorse finanziarie, pagando innanzitutto i servizi essenziali e consentendo a chi lavora di percepire con tempestività lo stipendio. La morosità procrastinata del Comune di Salerno, di fatti, favorisce un incremento del disagio sociale che spinge i lavoratori “senza paga” ad accomunarsi con i disoccupati nella lotta di protesta.         Un Ente andrebbe amministrato con la diligenza del buon padre di famiglia, che certamente non farebbe mai mancare il cibo ai propri figli per destinare risorse a spese che in un momento così drammatico potrebbero perfino sembrare futili.         Non si può pensare a feste di piazza senza prima adempiere ad obbligazioni che appaiono prioritarie e non più procrastinabili. L’Amministrazione Comunale, inoltre, sta procedendo in questi giorni ad inviare centinaia di accertamenti e di comunicazioni alle famiglie salernitane contenenti pretese tributarie (in particolare relativamente agli anni pregressi) troppo spesso spropositate e talvolta assolutamente infondate.      Non vorremmo che ci sia un tentativo di vessare oltremodo contribuenti in regola o di richiedere ai cittadini somme più elevate di quelle dovute, nel disperato tentativo di far cassa e di far quadrare i conti.          Famiglie e lavoratori salernitani meritano maggiore rispetto in quanto spesso versano in situazioni di estremo disagio economico e sociale.    Ognuno dovrà fare la sua parte per evitare di soffiare “sul fuoco” della protesta e della disperazione.

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