Aldo Bianchini
SALERNO – Ho letto con molta attenzione un intervento di Dario Vassallo, fratello del sindaco pescatore ucciso il 5 settembre 2010, pubblicato il 26/10/2012 sul quotidiano “La Città”. L’intervento portava lo stesso titolo che ho dato a questo mio approfondimento. Non ho ben capito a cosa mirasse l’intervento di Dario Vassallo che, dopo essersela presa con tutti i cittadini di Pollica-Acciaroli additandoli come omertosi, con il suo ultimo scritto ora se la prende con la politica in generale accusandola di non essersi chiesta “Chi era Angelo Vassallo, chi lo osteggiava, chi lo favoriva, chi erano i suoi avversari, chi erano i suoi nemici, e oggi chi sono i suoi nemici”. Nello stesso intervento, però, Dario Vassallo esalta l’impegno della procura della Repubblica (sezione DDA) ed in particolare il capo Franco Roberto e il pm Rosa Volpe per come si sono mossi e per i mezzi che hanno messo in campo. Evidentemente Dario Vassallo, che ormai vive a Roma da molti anni, crede di rivolgersi a giovani imberbi che non sanno i fatti e non conoscono i personaggi. Ad esempio queste “grandi doti investigative” che Vassallo riconosce a Roberti e Volpe sinceramente mi appaiono come semplici tentativi adulatori e nulla più; seguo il lavoro della procura di Salerno da tantissimi anni e devo onestamente dire che, tra alti e bassi, non si è mai posta all’attenzione generale come una delle Procure di punta non dico del Paese ma neppure del territorio regionale, senza nulla togliere all’onestà intellettuale e professionale dei due magistrati sopra citati. In pratica la procura di Salerno, se Dario Vassallo ci tiene a saperlo, da decenni non si muove se non con le delazioni dei pentiti suscitando anche l’ira dei colleghi napoletani che in un passato non molto remoto inquisirono la nostra Procura per l’uso troppo disinvolto e strumentale dei pentiti che avevano raggiunto come numero una delle prime posizioni in campo nazionale. Ma per questo tipo di carenza, non sapere la storia della Procura salernitana, non ne faccio tanto una colpa al pur bravo Dario Vassallo che mi appare, però, molto specioso quando attacca a testa bassa la politica, perché in questo ambito non può far finta di non sapere in quanto il compianto fratello è stato uno degli uomini forti a livello provinciale e per questa ragione è stato osteggiato e favorito, ha avuto avversari ed anche nemici. Ma tutto questo è accaduto all’interno del suo stesso partito che, dopo i primi fuochi d’artificio e di santificazione, adesso piano piano se proprio non lo sta scaricando almeno si sta allontanando dal personaggio del “sindaco pescatore”. Perché ? Ma semplicemente perchè Il tutto è inserito in un gioco naturale e, forse, anche comprensibile che appartiene totalmente alla politica che non è nè cieca né sorda, è semplicemente politica. E la politica, gentile Dario Vassallo, è amara, forse velenosa, perché è come la vita e va avanti sempre e comunque, anche portandosi dietro errori e compromessi in un passato-presente che non può avere neppure un momento di sosta per capire ed anche commemorare. Il fratello del sindaco pescatore fa bene a portare avanti la “festa della speranza” ma deve limitarsi a fare solo questo perché appena deborda la politica si chiude a riccio su se stessa e Vassallo rimane tagliato fuori. Inutile, quindi, evocare “un patto per uccidere Vassallo”, rincorrere il dna del presunto killer, salire in sella alla motocicletta fantasma, chiedersi perché dalla vicina villetta non udirono gli spari assassini e aspettare “la svolta vicina” che non arriverà. Tutte queste cose fanno parte della fantasia dei cronisti e dei giornali, lui pensi a recuperare il consenso della gente nel nome del fratello. Il resto, spero, lo faranno anche se lentamente gli inquirenti che lui stesso ha magnificato. Solo il tempo, infine, probabilmente ci dirà la verità.
Sono sicuro che il fratello di Angelo Vassallo ha il diritto di sapere chi ha ucciso il Sindaco.Ma se continua a dividere e a lanciare invettive non renderà un buon servizio alle investigazioni.Non entro nel merito di singole posizioni delle parti.Come figlio di una signora scomparsa tragicamente senza sapere nè come nè per mano di chi ritengo che le vittime hanno bisogno di tutti e che non serve a niente riversare bile non correttamente metabolizzata.Stia attento il neo scrittore Vassallo a trattare con rigore la scomparsa-omicidio del fratello e si renda conto che scoprire quello che è successo al povero fratello interessa tutti,proprio tutta l’opinione publica,dal momento che questa impunità uccide tutti.Per cui consiglio a Dario Vassallo di usare più pacatezza e meno nervosismo,evitando di fare le liste dei reprobi e dei meritevoli.Talvolta i teoremi saltano,si capovolgono e tutto deve ricominciare daccapo!