SALERNO – Ognuno la pensi come vuole ma il “ciclone Renzi”, a mio giudizio, ha prodotto l’effetto di mettere in fuga tutta la nomenclatura del PD a livello nazionale ed ha toccato pesantemente i proconsoli regionali e provinciali. Uno dei punti di riferimento in Campania è senza dubbio Vincenzo De Luca, anche lui bruscamente toccato e per la prima volta in difesa (se non in ritirata !!) tanto è vero che si è volontariamente ricatapultato tra quelle che lui stesso aveva più volte definito “le anime morte del PD”. Su questo aspetto ho già scritto e non voglio ripetermi, l’autocelebrazione di De Luca è talmente forte che non può certo permettersi il lusso di farsi superare da un Renzi qualsiasi nella scala di valori e di potere del partito. Si è però impaurito il buon De Luca, al punto tale che lunedì 15 ottobre scorso ha chiamato a se tutti i fidatissimi dell’intero territorio provinciale per catechizzarli contro l’immanente pericolo che Renzi rappresenta in tutta la provincia dove ha cooptato già quattro sindaci forti (Franco Alfieri di Agropoli, Paolo Russomando di Giffoni, Sergio Annunziata di Atena e Tommaso Pellegrino di Sassano) nell’attesa che altri facciano la stessa scelta. Alla fine dell’assise la parola d’ordine è stata “assoluta segretezza”. Ma chi era presente all’assise di Salerno ha parlato di un De Luca nervoso e caricato al massimo nello sparare a zero contro il suo ex amico Matteo Renzi definendolo “un manutengolo dei poteri forti del Paese, strumentalizzato dalla Fiat, da Montezemolo e, forse, dallo stesso De Benedetti”. Parole che hanno spaventato i presenti non tanto per i presunti sponsor’s di Matteo che già si sussurravano, quanto dalla ritrovata veemenza del sindaco di Salerno nell’attaccare l’avversario e nel difendere le proprie posizioni all’interno del partito con l’annuncio di imminenti epurazioni di stampo bulgaro, del tipo “chi non sta con me è contro di me”. Il sindaco De Luca ha già fatto le sue scelte ed ha già in mente il futuro organigramma del partito provinciale, ovviamente deve prima vincere le primarie e poi lancerà i suoi fidati in una sorta di ritorno al passato. Difatti se prendiamo in esame il Vallo di Diano dove su 12 paesi almeno tredici sono governati da sindaci di estrazione di centro-sinistra dobbiamo registrare il dato nuovo che alla riunione di Salerno del 15 ottobre sono stati invitati soltanto tre persone: Attilio Romano (sindaco di Casalbuono), Vittorio Esposito (presidente del Consorzio di bacino Sa/3) e Michele Giffoni. Pensate, a Salerno sono stati chiamati un solo sindaco in carica sui dodici del Vallo, un ex sindaco che è riuscito a perdere malamente le elezioni a Sanza e un semplice ancorchè fedelissimo esponente storico del partito; incredibile ma vero. Tutti gli altri già spediti al mare a prendere l’ultimo sole dell’estate di San Martino. Difatti lunedì 5 novembre prossimo, ci sarà la controprova. E’ stato convocato a Sala Consilina il vertice di partito, alla presenza del segretario provinciale Nicola Landolfi, con all’ordine del giorno vari punti importanti: Analisi dei problemi del territorio – Programma di lavoro politico e organizzativo – Nomina dei coordinatori – Prossime iniziative. Ma già, da più parti, si annuncia la nomina a “coordinatore territoriale” di Vittorio Esposito, una carica ambita dall’ex sindaco di Sanza e che De Luca doverosamente gli deve dopo averlo trombato alle elezioni regionali del 2010 per le quali la candidatura di Esposito era un fatto certissimo fino a qualche ora prima della presentazione delle liste e poi annullata a causa della sua passata vicinanza all’ex governatore Bassolino. A chi e con quali criteri verranno assegnate le deleghe dei futuri coordinatori locali ? Come reagiranno tutti gli altri sindaci del Vallo, alcuni dei quali sono alla disperata ricerca di un dopo-sindacato visto e considerato che non possono più ricandidarsi ? Nell’assemblea di Sala Consilina ci saranno certamente scintille, anche se il diktat è tassativo e l’ordine di De Luca sembrerebbe assolutamente fuori discussione. E inoltre come reagiranno i sindaci Annunziata e Pellegrino che, pur se aderenti al movimento di Renzi, fanno ancora parte del Partito Democratico, avranno tutto il diritto di presentarsi all’assise di Sala Consilina e non vorranno accettare diktat da parte di nessuno, men che meno da un segretario provinciale che rappresenta una sola anima del partito ? E’ tutto da seguire.
direttore: Aldo Bianchini