Alfonso D’Alessio
Quante volte ci ha colto un senso di smarrimento, ci siamo sentiti vuoti, afferrati dalla solitudine esistenziale? Magari abbiamo cercato realizzazione in chimere apparentemente allettanti ma che ben presto si sono rivelate come cassa di risonanza del nostro vuoto, incapaci di offrire risposte autentiche. Il denaro, la carriera, la bella vita identificata esclusivamente con un tenore economico alto, il tentativo di imporci sempre e comunque sugli altri, tutti specchietti per le allodole che invece di creare rapporti ci rinchiudono in uno stato di perenne conflittualità. E allora? Stanchi della desolazione abbiamo inseguito risposte pure tra i gli amici cattolici, di quelli che frequentano la chiesa. Abbiamo trovato uomini e donne innamorate di Cristo, ma anche fedeli che vivono la propria fede senza saperne dare ragione. È precisamente ciò di cui si rese conto negli anni 50/60 un sacerdote speciale: don Luigi Giussani. L’uomo chiuso all’esperienza di Dio è senza futuro, non trova risposte agli interrogativi ultimi sul significato esauriente dell’esistenza. L’adesione alla fede non può essere solo formale e diventare una riduzione ad una pratica puramente esteriore. Credere non è sentimentalismo. Sovente si sente dire che è lecito andare in chiesa solo quando lo si sente, pregare quando ne abbiamo bisogno. Questo è il frutto drammatico di una fede senza esperienza d’incontro reale con il Mistero, chiusa in categorie di razionalità in cui l’intelletto è latitante. La ragione non ridotta a categorie e in esse imbrigliata, è capace di speculazione fino a leggere nell’esperienza quotidiana la significante e sussistente presenza del Signore. Nella storia il Mistero si è fatto conoscere svelandosi, irrompendo in un certo punto storico con la nascita del Figlio di Dio. Il senso originale di dipendenza è l’esperienza più evidente che l’uomo possa fare di come Dio risponde alla realizzazione esistenziale. Don Luigi Giussani, oggi venerabile e di cui è in corso la causa di beatificazione, intravide la crisi nella quale l’uomo di oggi sarebbe caduto, e ne offri con la sua vita un esempio, con i suoi scritti una pista, con la fondazione della Fraternità di Comunione e Liberazione e dell’associazione ecclesiale Memores Domini, un luogo dove fare esperienza dell’incontro stupefacente col Mistero rivelato ed incarnato. Fu un dono di Dio la cui opera continua ancora oggi.