Aldo Bianchini
SALERNO – E’ stata definita “una porta per Salerno e i Picentini” l’iniziativa dell’Ordine degli Architetti per lanciare il primo concorso pubblico di idee organizzato dall’associazione Archilogare. Insomma secondo questi studiosi dell’urbanistica le città di Salerno e Pontecagnano avrebbero bisogno di un nuovo ponte per essere realmente unite. Come se il ponte già esistente non bastasse!!, mi sono chiesto leggendo i report giornalistici sulla manifestazione. Spero che si tratti soltanto di un’iniziativa a livello accademico e scientifico senza una traduzione in termini reali di spesa. Parlo ovviamente da profano che molto spesso si trova a percorrere il tratto di strada che unisce Salerno a Pontecagnano ed a transitare, quindi, sul ponte già esistente che è notevolmente più largo rispetto a quello di alcuni decenni or sono. Probabilmente gli architettti interessati ad un simile progetto non hanno alcuna cognizione di quel ponte del passato e di quanto fosse molto più stretto di quello attuale che, invero, è più largo della stessa carreggiata stradale stretta tra due file di palazzi sia dal lato Salerno che da quello su Pontecagnano. Sta di fatto che su quel ponte, almeno nella direzione Pontecagnano-Salerno, permangono in sosta perenne numerose autovetture, e non solo. E allora perché ? Nessuno lo spiega. Spero che si tratti di un altro ponte più a valle anche se su quel tratto di strada non c’è quasi mai grande confusione viaria e, comunque, non potrebbe essere realizzato uno ex novo se non si risana prima tutta la zona a valle dello storico ponte sul Picentino che realmente segna la congiunzione tra Salerno e Pontecagnano. Ernesto Sica (sindaco di Pontecagnano) ha parlato di “orizzonte comune”, di “cultura del fare che prescinde dal colore politico” e di “impegno dei due comuni per lo sviluppo della fascia costiera dalla baia di Vietri alla foce del Tusciano”; tutte belle parole che rimangono solo belle parole. Infinite volte le abbiamo sentite da tanti politici che prima di Sica si sono affacciati sulla problematica della fascia costiera, mai nessuno ha fatto nulla, al di là dei progetti per incanalare denaro pubblico verso questo o quello studio tecnico di prima grandezza. Mi auguro che stavolta non sia così e che gli studi scientifici, o meglio il concorso pubblico di idee “Una porta per Salerno e i Picentini”, siano davvero e soltanto scientifici e rivolti in favore della vera risoluzione dell’antichissimo problema che, del resto, è tuttora sotto gli occhi di tutti. Prima di avventurarsi in spese pazzesche sarebbe doveroso e giusto chiedersi se e come un solo progetto, semmai andasse in porto, potrebbe risolvere un problema gigantesco. Altrimenti si rischia di fare sempre e soltanto chiacchiere in un clima di grande austerità per tutto il Paese.