Antonio Citera
SANZA – Dopo le pressioni del Consac spa che nei giorni scorsi aveva sollecitato i comuni “ribelli” del Vallo di Diano ad aderire al consorzio, arriva la risposta dei sindaci dei tre paesi a sud del Diano, Sanza, Buonabitacolo, e Montesano che di comune accordo hanno redatto un documento in cui si ribadisce un no d’impeto alla richiesta del Consorzio che si occupa del servizio idrico con sede a Vallo della Lucania. Decise e compatte le amministrazioni di Sanza, Buonabitacolo, e Montesano contro l‘adesione al Consac spa, i sindaci Francesco De Mieri, Beniamino Curcio, Donato Fiore Volentini, insieme alle rispettive amministrazioni, hanno tramite la stipula di un documento espresso il loro definitivo no all’ingresso nel consorzio. Il documento, è stato presentato proprio in conferenza dei servizi che qualche giorno fa a Padula ha visto l’ingresso al consac anche di altri comuni che ancora erano indecisi. Ad aderire infatti e a dare libera gestione del servizio idrico all’ente di Vallo della Lucania , sono stati oltre ai già facenti parte, anche il comune di Padula e di Sant’Arsenio che in passato avevano tergiversato sul passaggio. Nella stessa occasione, i tre comuni ribelli, oltre al compatto no,- hanno accusato una mancanza di dialogo tra i sindaci, che sul tema specifico, hanno dimostrato una certa leggerezza nell’affrontare l’argomento, quasi a dimostrazione di aver già deciso la strategia-. I primi cittadini dei tre comuni ribelli, motivano il loro diniego alla gestione del consac definendola -anti economica, poco funzionale, un’ ennesima prova di voler a tutti i costi soddisfare le esigenze della politica a discapito dei cittadini-. Ricordiamo che i tre comuni, avevano già deliberato in consiglio contro il consac rispettivamente nel mese di maggio Montesano, nel mese di luglio Buonabitacolo, e poche settimane fa anche Sanza aveva sancito il suo no in consiglio comunale. Addirittura nel paese ai piedi del Cervati, è nato un comitato denominato “I Sanzesi dicono no al Consac “ capace in poche settimane di raccogliere 1000 firme con relativa petizione popolare, depositata e protocollata negli uffici comunali, a testimonianza che il no dell’amministrazione, è un no della cittadinanza. Una battaglia infinita dunque, che da un lato vede l’Ente deciso a portare a termine l’annessione di tutti i comuni facendo sapere che non ci sono altre alternative ad un passaggio praticamente obbligatorio, dall’altro i comuni tra i quali Sanza e Montesano produttori di acqua, che non vogliono cedere ad alcuna alternativa se non a quella dell’autogestione, per un contenimento di costi e uno snellimento di procedure nonché una bolletta meno cara per gli utenti. Staremo a vedere quali saranno i risvolti, nell’attesa secondo voci di corridoio di una possibile legge ad hoc ferma in Senato. Si vocifera infatti che entro la fine dell’anno, dovrebbe essere approvata una norma che permetterebbe ai comuni con meno di 3000 abitanti di poter agire in autonomia sulle risorse comunali, in specifico modo proprio sull’acqua. Una lotta contro il tempo dunque, da una parte lo sprono della società interessata ad acquisire la rete idrica, dall’altra i comuni che guadagnano tempo in attesa della norma, facendo leva sui parlamentari locali.