SALERNO – L’inchiesta giudiziaria sul Consorzio di Bacino Sa/2, quello dominato dalla sinistra per più di un decennio, a mio avviso ha messo in evidenza un particolare che la generalità della stampa ha preferito non trattare. Il particolare è grosso come una montagna, eppure sembra passare quasi inosservato. Di cosa si tratta? In pratica per ogni “cavolata” che fa la destra (e ne fa tantissime !!) la sinistra subito insorge; si parla del CSTP e la sinistra subito brutalizza l’ex presidente Mario Santocchio che in pochi mesi non poteva far altro che prendere atto del disastro commesso dalla sinistra; si parla dell’aeroporto e prontamente la sinistra insorge dimenticando che per decenni i suoi rappresentanti hanno incassato soltanto gettoni di presenza e prebende; si parla di portualità e immediatamente la sinistra sbrana la destra incapace; si parla della Provincia e la sinistra alza addirittura le barricate in consiglio contro ogni decisione della maggioranza. Tutto questo, ma ci sarebbero tanti altri esempi, lo fanno i peones del capo che si riserva le fette migliori nel suo apodittico soliloquio televisivo del venerdì lanciando strali, indirizzando sberleffi verso tutti, trattando la controparte come femminucce in attesa della prima comunione. Sul Consorzio di Bacino Sa/2, invece, il silenzio è assoluto; tranne la prima settimana, o meglio il primo venerdi dopo l’avvio dell’inchiesta giudiziaria da parte del pm Marinella Guglielmotti, il silenzio di “chi non poteva non sapere” è totale. Le vergogne che stano venendo fuori dall’inchiesta farebbero rabbrividire chiunque e costringerebbero chiunque a rilasciare almeno qualche dichiarazione rassicurante. Invece il nulla del nulla. Quello del Consorzio è un argomento tabù, in tutti i sensi. Questo atteggiamento ci insegna che la sinistra quando è in difficoltà non annaspa e non si impantana in spiegazioni arraffazzonate e risibili ma preferisce isolare ed espellere il problema come se non fosse mai appartenuto a quello schieramento politico. Contrariamente alla destra, che cade frequentemente in contraddizioni e in scimmiottamenti da voltastomaco, la sinistra erige subito una sorta di muro di gomma contro il quale si infrange qualsiasi polemica o strumentalizzazione. Resta, però, il problema reale, resta cioè il malcostume che dalla sinistra viene esercitato in maniera ostentatamente scientifica e, spesso, inattaccabile da parte di chicchessia. Dal Consorzio viene anche un insegnamento per la Magistratura che deve imparare a colpire ed affondare anche a sinistra quando si ravvisano i fatti e le circostanze per farlo; deve imparare soprattutto ad allargare le indagini e, come fa per la destra, entrare nelle altre roccaforti del potere della sinistra. Perché non si mette mano sulle altre società miste che da più parti vengono indicate come i forzieri da cui il “sistema di potere” imperante in Città raccoglie fondi e prebende utili al perfezionamento ed al mantenimento del sistema stesso che è fortemente radicato negli strati meno abbienti dell’imprenditoria e della grandi famiglie. I giornali raccontano quotidianamente delle nefandezze compiute in seno al Consorzio di Bacino che hanno portato ad un debito, guarda caso, del Comune capoluogo di circa 8milioni di euro. Perché questo denaro pubblico ha preso altre strade, perché non accertare se la stessa cosa è accaduta per le altre società miste, chi ha disposto il cambiamento della destinazione di questo enorme flusso di denaro e, soprattutto, dove è finito? Potremmo scoprire cose davvero inquietanti, al di là di ogni immaginazione. Ci vorrebbe la volontà di farlo e la determinazione di portarlo a termine, cose queste che al momento non si intravedono neppure in lontananza. Giuseppe Corona, l’avvocato commissario, almeno ci ha provato.