Antonio Citera
SALA CONSILINA – Consiglio comunale questa sera alle ore 19.00 a Sala Consilina tutto incentrato sulla soppressione del tribunale. Nel corso del dibattito,il sindaco Gaetano Ferrari, renderà note le iniziative da intraprendere per protestare contro lo scempio attuato dal Governo. Intanto il consigliere regionale Donato Pica chiama a raccolta il partito nel Diano per fare un mea culpa sulla situazione. Ennesimo consiglio comunale a Sala Consilina, ennesima dichiarazione di guerra allo Stato. Questa la chiave guida che negli ultimi mesi ha accompagnato la cronaca scontata di un’illusione che si trascina imperterrita. Due saranno le proposte per salvare ciò che ormai non esiste più : la consegna delle fasce tricolore al prefetto da parte dei sindaci del territorio, e la consegna delle schede elettorali da parte dei cittadini . Dulcis in fundo, si darà vita ad un ricorso per presunta incostituzionalità del decreto che ha sancito il sigillo della giustizia nel comprensorio . Intanto il Consigliere Regionale del PD Donato Pica, ha chiamato alla sua corte i vertici del partito nel territorio, che sotto la supervisione del segretario regionale Enzo Amendola, e del segretario provinciale Nicola Landolfi, dovranno “ chiarire “le posizioni e le prospettive del partito in merito alla vicenda relativa la soppressione del tribunale di Sala Consilina . Staremo a vedere . Intanto a pagarne le conseguenze saranno i cittadini, vittime di un sistema sempre più accentrato su strategie di potere e scelte discusse a tavolino tra i pochi intimi che si spartiscono i territori. – “Un modo di procedere degno di un regime dittatoriale, solo Mussolini, nel famigerato ventennio, cancellò d’un tratto alcuni piccoli tribunali, lasciando però almeno le preture come preziosa giustizia di prossimità -.Questo il commento di un cittadino apparso rassegnato alla decisione adottata dal Goveno . Un provvedimento assurdo e decisamente incostituzionale, infatti , la delega non era contenuta nel testo del decreto legge, ma è stata introdotta con l’interpolazione della legge di conversione nel testo originario; la straordinaria necessità ed urgenza dichiarata nel preambolo del decreto legge n. 138/2011 non è stata neppure ripetuta nella legge di conversione; trattasi quindi di una norma “intrusa” con la quale il Governo ha dato una delega a se stesso; e per giunta contrastante con l’art.15 della legge n. 400/1988, che vieta espressamente al Governo l’uso del decreto legge per conferire deleghe legislative a sé medesimo . Inoltre, la delega è decisamente irragionevole, in quanto contiene criteri contraddittori e senza alcun fondamento logico, contrastanti decisamente con l’intento del risparmio e dell’efficienza, come la sopravvivenza dei tribunali con sede nei capoluoghi di provincia al 30/6/11, oppure la previsione che ogni corte d’appello debba avere almeno tre tribunali, col risultato che sono stati soppressi o accorpati tribunali molto più grossi (sia per bacino di utenza che per carico di lavoro) di altri che invece sono sopravvissuti. Una scelta che peserà sulla economia del territorio, sulla sicurezza , ma soprattutto sulla dignità dei cittadini calpestata quotidianamente. Un territorio barattato , lasciato in balia degli eventi, privo di qualsivoglia logica etica, depauperato dei diritti fondamentali. Un baratto politico nel pieno rispetto di una gerarchia da rispettare, che ci catapulta guarda caso in terra Lucana.