Quelli di Sanza sono “falsi invalidi” o “invalidi veri” che hanno cercato di accaparrarsi qualche soldo in più grazie ad alcuni raggiri ?
Ma.Ma. & Cita
SANZA – Falsi invalidi che pascolavano le pecore. Una truffa che ammonterebbe a circa 90mila euro. Partendo da questo caso, ci catapultiamo in un mondo oscuro (quello degli assegni di accompagnamento), che nella nostra cara Italia, assorbe circa i due terzi della spesa pubblica. Un sussidio erogato a chi è invalido al 100 %, ma spesso, molto spesso, questi soldi finiscono nelle tasche di chi non ne ha bisogno. La notizia è rimbombata a suon di comunicati su tutti i media:Due falsi invalidi sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria di Sala Consilina dai carabinieri della stazione di Sanza, coordinati dal brigadiere Raffaele Urcioli, perchè ritenuti responsabili di una truffa aggravata ai danni dell’Inps per circa 90 mila euro. In particolare, in seguito a numerosi servizi di controllo, osservazione e pedinamento, i militari dell’Arma hanno accertato che i due, un 37enne ed un 72enne entrambi del posto, hanno lavorato come pastori alle dipendenze di un’azienda zootecnica della zona percependo, nel frattempo, dall’Istituto previdenziale nazionale le pensioni di invalidità civile nonché l’indennità di accompagnamento. In sostanza i due, pur essendo dichiarati invalidi civili totali, e quindi totalmente inabili al lavoro presupponendo gravi ed importanti patologie di salute, in realtà portavano al pascolo per gli aspri sentieri della cittadina ai piedi del Cervati circa 160 capi di bestiame tra ovini e caprini-. Questo in sintesi il comunicato stampa diramato dai carabinieri della Compagnia di Sapri, che stanno ancora indagando sul caso, e su altri casi analoghi. Da anni oramai, prendersi beffa dell’inps, sembra quasi una moda. Per questo, nonostante l’intensificarsi dei controlli,i casi di truffa, non sembra che siano in diminuzione, anzi!!!C’è chi ritira la pensione del parente morto e chi continua a percepire l’indennità di accompagnamento nonostante sia ricoverato in una struttura di lungodegenza a totale carico dello Stato. C’è chi ha ottenuto il rimborso per la sospensione della propria attività dopo una catastrofe naturale,e ci sono le migliaia e migliaia di falsi braccianti che causano ogni anno una perdita milionaria all’Erario. Ma torniamo al caso di Sanza sicuramente non isolato. Parliamo delle pensioni di accompagnamento che spesso sono sinonimo di truffa. Una zona d’ombra coltivata da anni, curata nei minimi particolari, una vera è propria miniera d’oro, in cui sono immersi politici spregiudicati, medici compiacenti, e tanti altri personaggi legati ad una criminalità organizzata esperta e spesso poco controllata. Proprio su questo fronte, negli ultimi anni, si sta concentrando un intenso e scrupoloso controllo, che sta portando alla luce un’infinità di illeciti. Un’azione che stabilisce innanzitutto l’equità e il rispetto per coloro che vivono nell’andicap, tergiversando in un mondo malato che ha bisogno di certezze per stipulare un contratto di vera convivenza con la realtà, sempre più falsata dall’arroganza e dall’egoismo altrui. Il vero obiettivo, dovrebbe essere quello di concedere il sussidio solo a chi ne ha veramente necessità, quindi evitare di diplomare nuovi falsi invalidi, un esercito che rappresenta e pesa sulla società come una zavorra sempre piena.
L’analisi
Il fatto della presunta truffa messa in piedi ai danni dell’INPS da due “pastori” di Sanza deve necessariamente far riflettere partendo da alcuni punti fondamentali che attengono al nostro stato di diritto di “innocenti” fino a sentenza passata in giudicato. Quindi i Carabinieri di Sapri avrebbero fatto meglio a scrivere nel comunicato ufficiale che “… hanno deferito all’ A.G. due <presunti> falsi invalidi …”. In questo Paese abbiamo tutti la maldestra abitudine ed attitudine di essere commissari tecnici della nazionale ritenendo di poter surrogare poteri che appartengono ad altri. I due pastori di Sanza potrebbero essere tranquillamente dei “veri invalidi” che hanno cercato di mettere in piedi dei trucchi per afferrare qualche soldo in più, e questo i Carabinieri fanno bene a scoprirlo e segnalarlo. E’ comprensibile che in un momento di “caccia al falso invalido” non si vede l’ora di sbandierare ai quattro venti di averne acciuffato qualcuno. Chi ci dice che un ultrasettantenne, certamente vero invalido, non possa andare ogni giorno col gregge così come ha fatto per tutta la vita. Sradicarlo da quella sua realtà potrebbe voler dire avviarlo a morte sicura. Altra storia è se l’ultrasettantenne gode di “accompagnamento”, questo aspetto va punito con durezza ma non compromette affatto il suo stato di “vero invalido”. Il pastore più giovane opera in un’azienda di famiglia e soffre a dire dei medici di una patologia cardiaca molto grave. Che deve fare uno che è malato di cuore per non farsi scambiare per “falso invalido”, deve nascondersi nel buio di una camera da letto? La stampa ha le sue responsabilità in quanto non analizza e non indaga più per conto suo e si basa soltanto sulle veline (e il comunicato dell’Arma è una velina tecnica) dando clamore alla prima notizia e facendo passare sotto tono l’eventuale assoluzione. Il caso di Sanza, quindi, si proietta sicuramente in campo nazionale anche perché in questo Paese siamo più propensi alla caccia alle streghe che all’educazione verso la trasparenza e la legalità.