IL BENE TRIONFERA’

Alfonso D’alessio

“Nel mondo c’è tanto male”, ma nella battaglia permanente tra il bene e il male “il vincente è il Signore”, e “nonostante tutte le cose negative nella storia, vince Cristo non il male, l’amore non l’odio”.  Lo ha affermato Benedetto XVI in una delle sue magistrali catechesi tenute nell’udienze generali. Oggi pare che abbiamo perso la certezza nella vittoria finale sul male, siamo presi da mille problemi, da difficoltà che si insinuano in mille rivoli pur di raggiungerci, e allora l’orizzonte della vittoria del bene sul male sembra allontanarsi. Eppure le parole del Papa non sono consolanti perché pronunciate da un uomo che ha desiderio di infondere serenità, sono confortanti perché fondate sulla certezza che la fede dona, quella cioè che il male e la sua conseguenza più drammatica per l’uomo, la morte, sono stati già definitivamente sconfitti da Cristo attraverso il Mistero della Salvezza. La morte è vinta dalla resurrezione, il demonio è sempre schiacciato dalla potenza di Cristo, e quando agisce, vive nell’illusione di un’affermazione definitiva che non vedrà mai. E allora perché perdiamo la speranza e la fiducia nella vittoria finale? A mio avviso per due rischi nei quali l’uomo contemporaneo spesso cade. Il primo è quello di permettere di fare rumore solo al male che viene operato o che semplicemente accade. Ad esso si partecipa una curiosità morbosa, che poi è la stessa che esprimiamo quando, di fronte ad un incidente stradale magari sulla corsia opposta dell’autostrada, rallentiamo bruscamente senza pensare agli ulteriori rischi che provochiamo o alla coda che creiamo. Tutto perché dobbiamo osservare le scene raccapriccianti. La curiosità prevale persino sulla nostra incolumità. Similmente succede nelle tragedie, per cui la narrazione del male e la ricerca ossessiva delle storielle di gossip, prevale sul racconto dei segni di bene che l’uomo è capace di praticare anche nelle difficoltà serie. La conseguenza è che del bene si parla pochissimo, non fa notizia, e se qualche volta riesce ad arrivare sulle pagine di qualche quotidiano è perché comunque è collegato a qualche vicenda “strana”. Dimentichiamo che il bene è contagioso e non genera illusioni! Il secondo motivo della perdita dal proprio orizzonte della vittoria del bene, è più rischioso del primo. Trova sede nell’incapacità, oggi largamente diffusa, di mettere onestamente in relazione la causa e l’effetto. Quando uno stato, inteso come comunità di persone, ridimensiona notevolmente nel proprio panorama educativo l’aspetto della “spiritualità”, quando i genitori propongono ai figli valori che non considerino in alcun modo l’educazione religiosa e dell’anima, fosse anche solo vista come valoriale, allora si dovrebbe aver percezione che questo genera la “povertà umana” di cui poi tutti ci si lamenta. Povertà, che per le potenzialità negative che racchiude in sé, ritengo più pericolosa di quella materiale. E allora? Occorrerebbe diventare veramente anticonformisti, pregni di quell’andare contro corrente che nasce dall’abbracciare il Vangelo di Gesù. Altro che chiacchiere e distintivi, ma fatti e opere. “Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua”. “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Esiste, cari amici, qualche arma che vinca il male più forte della pratica di questi due comandamenti? No! Il trionfo del bene e lo sbaraglio del male dipendono, dunque, anche da noi e dalle nostre scelte.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *