Palestina: lavoratore palestinese ucciso a un checkpoint israeliano

Maria Chiara Rizzo

Un morto e due feriti: questo è il bilancio di  un “incidente” accaduto a un checkpoint blindato nei pressi di Gerusalemme, quando dei soldati israeliani hanno aperto il fuoco su dei lavoratori palestinesi diretti nella città tanto contesa per motivi di lavoro. Le pallottole israeliane hanno colpito mortalmente Hassan Bade Omar, ferendolo al petto e all’addome, mentre Ashraf Abullah e Khalid Imad Abdullah hanno riportato ferite rispettivamente alla spalla e alla gamba destra. Inutile la corsa in ospedale per il povero Omar, morto appena arrivato al nosocomio.  Secondo il racconto di uno dei tredici palestinesi in viaggio verso la Città Santa, l’autista del van che li conduceva al posto di lavoro aveva ricevuto un messaggio da un suo collega che, a causa dei minuziosi e lunghi controlli al checkpoint di Zayem, gli avrebbe consigliato di tornare indietro, ma, alla manovra dell’autista la polizia di frontiera avrebbe aperto il fuoco senza prima intimare il fermo.  Diversa è la versione dei soldati israeliani che hanno riferito di aver aperto il fuoco in seguito al tentativo dei lavoratori palestinesi di oltrepassare il blocco, eludendo il controllo delle forze dell’ordine. Questa è la realtà con cui i palestinesi sono costretti a fare i conti ogni giorni: code chilometriche ai checkpoint israeliani per andare a lavorare con il rischio di perdere il lavoro, soprattutto quando il padrone è un israeliano per il quale un palestinese è un “fastidioso” numero con il solo vantaggio di poter pagare a basso costo.

 

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