SALERNO – Non me ne vogliate ma sinceramente la sorpresa con cui la stampa salernitana ha raccolto e pubblicizzato lo sfogo di Vincenzo De Luca contro taluni PM mi fa solo sorridere. E’ la conferma che il giornalismo puro, quello d’inchiesta e di approfondimento, davvero non esiste più nella nostra Provincia. Non ricordare che De Luca, nella buona e nella cattiva sorte, ha sempre bacchettato ed anche con una certa violenza verbale i PM alla ricerca di notorietà vale a dire non ricordare la storia della Città e la storia personale di un uomo che tra molti osanna (anche della stampa) e poche contestazioni sta recitando il ruolo della prima-donna sulla scena della politica e del potere cittadino e provinciale. E se non si ricorda la storia difficilmente si può fare giornalismo d’inchiesta o di approfondimento. L’ultima pesante esternazione contro alcuni PM, più segnatamente della Procura della Repubblica di Salerno, per un giornalismo serio non doveva suscitare né scalpore e né sorpresa, doveva invece indurre a proporre degli approfondimenti molto seri e sereni sulla vicenda. In pratica la stampa doveva porre un’unica domanda: “Fino a che punto un personaggio della levatura politica e amministrativa di De Luca può permettersi il lusso di attaccare e ridicolizzare anche solo una parte della magistratura?”. A mio avviso quando De Luca parla da cittadino comune può dire ciò che vuole assumendosi tutte le responsabilità del suo parlare, quando invece parla da sindaco e, quindi, da personaggio navigato delle istituzioni non può assolutamente con le sue esternazioni delegittimare un’altra istituzione o un altro potere dello Stato. Io sono perfettamente in linea con le esternazioni contro la magistratura fatte dal cittadino De Luca, come sono assolutamente contrario alle esternazioni del sindaco De Luca. Il guaio per il nostro primo cittadino è che ha abituato la platea osannante dei suoi fan ad ascoltarlo sempre come “sindaco” della gente e di tutti, come l’unico in grado di dire pane al pane e vino al vino, anche quando ha torto marcio. Io personalmente dico da sempre di non aver fiducia nella magistratura, l’ho detto da semplice cittadino e anche da giornalista-imputato, ma non ho mai ricoperto ruoli istituzionali. Non si può di sera a cena con gli amici parlare malissimo della magistratura e dei PM in genere per poi la mattina svegliarsi e dichiarare “ho fiducia nella magistratura” come fanno tutti quelli che cadono nella rete delle inchieste giudiziarie. Ammetto che oggi lo sfogo del sindaco è, forse, più comprensibile di altre occasioni, anche perché “quegli sfessati di giornalisti” hanno riempito le prime pagine dei loro giornali con il nome del figlio Piero e con il suo stesso nome dopo la scoperta della cena-segreta in casa di “don Peppino Amato” in compagnia di Paolo Del Mese e Giuseppe Mussari (MPS). Capisco lo sfogo, ma non lo giustifico perché evidenzia uno spaccato del personaggio De Luca che non conoscevamo affatto. La reazione incontrollata, lo sfogo a tutto tondo può certamente fare ancora presa sul telespettatore distratto e lontano dai giochi perversi della politica e degli affari, certamente non produce effetti benefici nell’immaginario dei magistrati chiamati, prima o poi, a decidere sulle sorti politiche-economiche e sociali di una città e dell’intera provincia. Le inchieste in corso non sono roba da poco. La prudenza è d’obbligo, gli atteggiamenti spavaldi da evitare, per non scadere in inutili guascone rie, è la regola fondamentale per chi (a torto o a ragione!!) deve difendersi da attacchi giudiziari che molto superficialmente siamo tutti portati a giudicare strumentali. A meno di non ammettere che Silvio Berlusconi, tanto biasimato da tutti quando attacca la magistratura, ha perfettamente ragione nello scegliere la via della delegittimazione per contrastare l’accanimento giudiziario di cui è palesemente vittima da decenni. Un’ultima considerazione. Vincenzo De Luca, sull’onda di uno straripante consenso elettorale, è riuscito sempre ad arginare con la forza delle sue esternazioni qualsiasi azione giudiziaria. Non ha capito che oggi la Città, la Provincia e soprattutto la Procura della Repubblica di Salerno stanno vivendo una sorta di “semestre bianco” dopo il viaggio del procuratore Franco Roberti sulla nave della legalità. Si sa che alla fine dei semestri bianchi saltano sempre i banchi del potere attraverso il rinnovo totale delle classi dirigenti. Accadrà anche a Salerno? Il tempo ci dirà la verità.
direttore: Aldo Bianchini