SALERNO – La recentissima sentenza del Tribunale di Salerno ha spazzato via i residui dubbi sulla presunta colpevolezza dell’ex arcivescovo mons. Gerardo Pierro e del suo fedelissimo cerimoniere don Comincio Lanzara. La sostanza della condanna, letta nell’aula della prima sezione penale alle ore 19.34 del 18 luglio 2012 dalla presidente Teresa Belmonte (cognata del giornalista Michele Santoro), non ha fatto altro che smantellare letteralmente il castello accusatorio messo in piedi in maniera forzata dal pm Roberto Penna. Non capisco, e forse a questo punto non lo capirò mai più, come si fa ad intestardirsi fino all’inverosimile (alludo al pm Penna !!) nonostante i ripetuti sopralluoghi tecnici ed amministrativi nella struttura. In qualche occasione nei confronti dell’arcivescovo, lo ammetto, non sono stato in passato molto buonista, anzi spesso l’ho attaccato. Mi fu, però, sufficiente un sopralluogo nella struttura in compagnia di don Comincio per rendermi subito conto della enorme cantonata che stava prendendo il PM con tutti i suoi cosiddetti CTU (consulenti tecnici dell’ufficio) che spesso scrivono sotto dettatura (e questa è un’altra stortura del potere nella mani dei PM), e non alludo forzatamente ai CTU del caso Angellara Home. Nell’attesa che la Corte di Appello cancelli ogni traccia di condanna e seppellisca definitivamente un obbrobrio giudiziario cui non seppero o non vollero opporsi né il Gip, né il Gup e neppure il Tribunale del Riesame (che comunque lasciò le porte spalancate alla difesa!!), rimbombano fuori dall’aula le parole secche, circostanziate e terribilmente pungenti di mons. Pierro su quello che adesso potrà accadere. Monsignor Pierro ha parlato a 360° , lo ha fatto su YouTube e molti hanno riversato quelle dichiarazioni sui loro organi d’informazione, nessuno però le ha minimamente commentate. Accade sempre così, con il giornalismo di maniera che ci ritroviamo basta dare la notizia che poi Dio ci pensa. Le parole che devono far riflettere sono quelle pronunciate in merito “ai dubbi sulla veloce concessione di tutti i permessi per la realizzazione del Porto Marina d’Arechi così vistosamente vicino all’Angellara Home ed alla colonia San Giuseppe, proprio mentre l’Angellara Home veniva posto sotto sequestro giudiziario”. Insomma se due più due fa sempre quattro le parole di don Gerardo non sono altro che un invito alla riflessione. Non ho pensato, non penso e non penserò mai ad una “combine tra magistrati, comune di Salerno e imprenditori” in favore di una lobbie che tende a mettere le mani sul complesso edilizio (Villaggio San Giuseppe, spiaggia, Angellara Home, Istituto scolastico, parcheggi, ecc.) nell’ottica di una grande speculazione economico-imprenditoriale-turistica per consentire agli investitori privati del Porto Marina d’Arechi di accaparrarsi tutto il complesso a basso costo e rilanciarlo sul piano turistico ad altissimo livello. Le parole di Pierro, però, lanciano strali al curaro contro la musica inquietante, aggressiva e affaristica che spesso abbiamo visto verificarsi in passato. Non vorrei, però, neanche scoprire alcuna connessione tra il caso trattato dal pm napoletano Woodcock ca carico della Procura della Repubblica di Salerno (Vedasi il quotidiano Roma-Cronaca) e il caso dell’Angellara Home. La cosa che più mi turba, e questo lo dico spesso, è come mai tutto il mondo giornalistico (così complesso, preparato e variegato) non ha avanzato alcuna riflessione sulle parole dell’ex arcivescovo. Addirittura due giornalisti di vaglia (si dice così!!) come Andrea Manzi e Gigi Casciello non hanno espresso alcuna valutazione pur avendo riportato sul loro nuovo blog l’intera dichiarazione video di Pierro. Probabilmente è una mia pecca, perché non ho mai fatto una scuola di giornalismo, ma il giornalismo lo intendo in un altro modo. Ma bando alle chiacchiere, tanto ognuno continuerà a fare e disfare come crede, e passo ad una semplice domanda: “E ora cosa rimane da fare per evitare la speculazione?”. La risposta è molto semplice, almeno così mi hanno suggerito molti conoscitori della macchina ecclesiastica. Il nuovo arcivescovo Mons. Luigi Moretti dovrebbe, con apposito decreto o bolla, confermare la proprietà del complesso edilizio vincolandolo come un “bene inalienabile della Chiesa salernitana”. Senza questo atto semplice ma pesantissimo tutte le ipotesi rimarranno in campo ed anche le “presunte insinuazioni” dell’ex arcivescovo suoneranno sempre più come un campanello d’allarme per l’intera comunità salernitana e per le coscienze di tutti gli uomini di potere. Se però anche i giornalisti, da oggi in poi, si allineeranno sulle posizioni degli investitori privati di Marina d’Arechi per sperare in “un posto al sole”, allora tutto sarà veramente perduto e don Gerardo e don Comincio avranno combattuto una battaglia già persa.
Condivido tutta la tua analisi,caro Bianchini, e sono preoccupato che qualcuno (già anni fa) abbia potuto mettere gli occhi sulla Colonia.Ottima l’idea di far dichiarare a Moretti l’inalienabilità del bene ecclesiale ma direi di più di dichiarare la destinazione esclusiva alle attività pastorali della Chiesa salernitana.Mi dispiace per questa condanna di Mons Pierro e di don Comincio che contrariamente da quanto affermano i loro detrattori (non mi riferisco al PM Penna che ha fatto il suo dovere!) restano soprattutto il Vescovo un infaticabile amministratore che ha lasciato molti benefici alla Diocesi.Al contrario coloro che lo hanno tradito (un pò come quelli che hanno tradito il Papa Benedetto) farebbero bene a……..risparmio il termine…perchè hanno dato scandalo al mondo cattolico.
Caro Memoli,
mi dice cosa hanno lasciato Pierro e Lanzara alla diocesi. A quanto mi risulta, un bel niente. Hasnno venduto di tutto e di più. Ma di cosa sta parlando? Anche le pietre sanno chi sono i due. E’ vergognoso ancora difendere l’indifendibile.
Egr. ” Patrizio”….
probabilmente lei cerca di crearsi una fama di “mangiapreti” alla “Don Peppone” mentre probabilmente è un povero disperato ancora in cerca di una sua collocazione nella vita…
“infaticabile amministratore che ha lasciato molti benefici alla Diocesi”
più che altro ha lasciato molti debiti e un clero diviso.
Il problema di questi commenti è l’anonimato.Personalmente metto sempre la faccia per far identificare le cose che dico.E’ un segno di buona educazione mettere la faccia ed avere il coraggio delle proprie scelte ed affermazioni.Orbene rispondo a tal Patrizio che io non difendo nessuno.Come credente e come cattolico militante sento il dolore per la offesa da taluni arrecata ad un Pastore della Chiesa ed a un efficiente presbitero che,al di là di quello che pensa qualcuno,sono stati sempre laboriosi e caritatevoli.Delle mie idee sono convinto per un esercizio onesto di conoscenza dei fatti e non per partigianeria.L’Arcivescovo ha accresciuto e migliorato i beni di proprietà della Diocesi ( si visiti il Seminario,vanto e orgoglio di modernità,efficienza e standard formativo per i futuri preti).L’Arcivescovo ha rimesso in piedi l’Episcopio ed i suoi ambienti aperti al pubblico,ha sistemato la Caritas ed i suoi ambienti,il Museo Diocesano etc etc…ed ha coperto anche non pochi guai fatti da qualche prete indegno che ha anche salvato dalla galera (per esercizio di pietà cristiana e di pratica delle virtù pastorali ! ) il quale non pochi danni ha procurato al suo episcopato.
Caro Patrizio o come si chiama lei ho la fortuna di credere nel Corpo mistico che è la Chiesa e di sapere che ogni ferita che raggiunge uno dei suoi membri fa male ad ognuno di essi singolarmente.Quei preti (come lei?!)che hanno subdolamente denunciato cose false dei loro superiori sono vittime di Satana ed hanno arrecato scandalo alla Chiesa,farebbero bene ad impiccarsi,proprio come Giuda con il Cristo.Ma la misericordia di Dio e degli uomini garantiscono loro il perdono,anche a chi non ha meritato in pieno di essere stato salvato dalla galera e che crede di rifarsi una verginità parlando male.I preti che danno cattivo esempio sono maledettamente dannati soprattutto quando sono recidivi e tradiscono la loro unica vocazione che è rivolta all’AMORE.
Sig. Memoli, è vero, lei ci mette la faccia, e questo le farebbe onore non fosse per il fatto che essendo un personaggio pubblico conosciuto per la vicinanza a Mons. Pierro e alla cordata politica di riferimento, la sua difesa appare squallida e francamente fuori luogo. E’ lecito fare cordata e a volte pure utile, ma bisognerebbe avere la buona faccia di saper tacere quando è opportuno, anche, mi consenta, per evitare che qualche altro sia costretto, anche malincuore di rendere la sua faccia ancora più conosciuta. Intelligentia pauca.
Comunque ogni commento si rende vano per 2 buoni motivi. Il suo pontificare, il suo astio, i suoi virgolettati la qualificano per lo stile e dunque ogni reazione non servirebbe. Ha già chiarito lei. Il secondo motivo risiede nella sua certezza per cui la giustizia non ha fatto il suoccorso. E’ proprio vero, i moralisti come lei sono i prim a sfiduciare le leggi che non siano le proprie. Che vergogna……
saluti.
giulio
Giulio…ma vienimi incontro.Ne parliamo pacatamente,vediamo se hai coraggio:Per mia fortuna non sono mai stato parte di nessuna cordata e…cammino a testa alta!Ma finiamola qui.
Sig. Memoli, amio i duelli di trascorsa memoria come quelli che lei evoca o minaccia, ma purtroppo sono fuori legge, e io amo la legalità. Avremo sicuramente occasione, e per me piacere, di incontrarci. saluti.
giulio