Alfonso D’Alessio
Quando si discetta di letteratura religiosa, sia essa cristiana o di altre confessioni, si è colti dalla tentazione di storcere il naso. Eppure nulla parla delle esigenze più profonde dell’animo umano. In fondo tutti i libri nel proprio intimo hanno un aspetto spirituale. Essi parlano all’uomo di oggi più di quanto si immagini. Un esempio? Chi non ha mai desiderato di cambiare vita, di dare un taglio alle cose vecchie e far spazio al nuovo, una sorta di conversione dall’inquietudine dell’insoddisfazione alla serenità dell’appagamento della propria esistenza? Credo tutti, ma la paura funge da ancora inamovibile. Ebbene c’è un maestro della spiritualità contemporanea, Thomas Merton, che in un libro autobiografico “La montagna dalle sette balze”, mostra come sia possibile salpare dal proprio porticciolo riparato, per navigare e giungere in lidi più belli ed entusiasmanti. Una conversione, quella di Merton, a tutto tondo. Da giovane affascinato dal mondo e dalle sue seduzioni a monaco girovago per Dio. Il testo ci offre uno spaccato dell’esistenza terrena dell’autore sin dal giorno della sua nascita, avvenuta a Prades in Francia nel 1915. Un percorso mai tranquillo, ma piuttosto movimentato come lui stesso racconta, ammettendo di aver fatto un viaggio “un pò lungo”. All’età di un anno si trasferisce negli Stati Uniti a Douglaston. Dopo la morte della madre, avvenuta a sei anni, torna in Francia col padre, poi in Inghilterra per l’università. Tutti si erano preoccupati della sua formazione scolastica ma nessuno aveva pensato ad una vera educazione religiosa. Solo dopo un lungo e travagliato cammino personale, dopo essere stato un acceso contestatore, un comunista convinto, all’età di 23 anni ricevette il Battesimo nella Chiesa cattolica. Si trovò cosi ai piedi di una montagna dalle sette balze, desiderando ardentemente di dare di più diventando sacerdote, ma fu sempre osteggiato. Alla fine la scalò tutta e trovò “il gusto delizioso della libertà” in un monastero trappista. Si può cambiare più di così? Evidentemente sì, a patto che si aneli davvero alla felicità e alla libertà. L’estate è tempo propizio.