FISCIANO – Alcune settimane fa, l’Università di Salerno si è accodata a mezza Italia per onorare la memoria dei giudici Borsellino e Falcone nel ventennale del loro massacro per mano di mafia. Occasione formale l’inaugurazione e la intitolazione del giardino della legalità a due tra le vittime più famose d’Italia. All’interno del Teatro di Ateneo, in platea, in prima fila, sedevano quasi tutte le massime autorità religiose, accademiche, civili, militari e della giustizia salernitane. Solo sul palco, invece, uno di fronte all’altro, il Rettore Pasquino, e il Procuratore della Repubblica Franco Roberti, apparentemente distaccato, se non imbronciato e oscuro. Questione di carattere, forse, o di pensieri diversi dell’uno rispetto a quelli dell’altro. I due si sono ignorati. L’unico a raggiungerli più tardi sul palco è stato il Procuratore Aggiunto della Procura palermitana Antonino Ingroia, al termine dell’incontro da lui avuto poco prima con gli studenti di diritto e procedura penale della locale Facoltà di Giurisprudenza. Nel motivare brevemente le ragioni dell’inaugurazione del giardino della legalità e della conseguente dedica alla memoria dei giudici Borsellino e Falcone, un Pasquino meno effervescente del solito ne ha ricordato “correttezza e impegno” contro mafia e camorra. Sempre più oscuro in volto il Procuratore della Repubblica Roberti ci è sembrato avere continuato ad ignorarlo nel prosieguo della consistente parte di manifestazione alla quale abbiamo assistito, in una più che scarsa partecipazione accademica. Sul perché di quei rispettivi atteggiamenti corrono i pensieri. A distanza di più settimane da quell’incontro, cominciamo a pensare che esista una ragione diversa e più plausibile del vis-à-vis poco diplomatico tra Procuratore della Repubblica e Rettore dell’Università di Salerno. Come confermano le cronache dei nostri giorni, poco dopo l’encomiabile evento della commemorazione all’Università dei giudici Borsellino e Falcone, un congruo numero di personaggi del mondo degli appalti pubblici e della dirigenza sempre pubblica salernitani sono stati messi al fresco, a cominciare dai famosi fratelli/cugini Citarella dell’Agro-Nocerino. Tra i lavori sotto inchiesta anche qualcuno realizzato in quell’eterno cantiere che è e resta il Campus dell’Università di Fisciano. Ragione del broncio poco diplomatico del Procuratore della Repubblica Franco Roberti? E’ un pensiero, resta un pensiero. Domani chissà. Sarà una coincidenza. Ma, a ben vedere, la Procura antimafia di Salerno sta accumulando una serie di colpi grossi che si susseguono tristemente uno dopo l’altro nelle ultime settimane. Come sempre e come al solito tutto gira intorno ai lavori pubblici. Basti vedere cosa è successo una settimana fa nell’Archivio dell’Ateneo salernitano. Andato per l’ennesima volta in fumo e, con esso, decine e decine di migliaia di euro. L’Università si è accontentata della versione dei fatti pubblicata da qualche ingenuo cronista locale o è stata disposta una doverosa inchiesta per accertare l’effettiva esecuzione a regola d’arte di quell’opera pubblica, così come tutte le altre realizzate quotidianamente nel campus? E’ ben nota l’intransigenza e la legalità del Rettore, quindi chi sbaglia paga, senza tentennamenti. Accadrà per i lavori pubblici realizzati nel campus o ci si accontenterà della regolarità delle carte? Della forma, quindi, e non della sostanza? L’Università dovrà scendere in campo con tutti gli strumenti di cui dispone, questo atteggiamento potrebbe indurre qualche Procuratore della Repubblica a rivedere prontamente il proprio broncio. Ma, come già anticipavo qualche giorno fa, oltre al giardino c’è anche la nave della legalità. Alla prossima.
Provincia Under Attack/18: dall’università a Falcone/Borsellino, da Pasquino/Roberti alle mafie … dal giardino alla nave della legalità … PENSIERI !!
