Alfonso D’Alessio
Dio della libertà e della pace che nel perdono dei peccati ci doni il segno della creazione nuova, fà che tutta la nostra vita riconciliata nel tuo amore diventi lode e annunzio della tua misericordia.” Dio della libertà dunque, ma quale libertà? Quella di chi si crede autorizzato a fare tutto ciò che gli passa per la testa? Quella di colui, il quale accecato dalla popolarità e angustiato dall’inesorabile declino della fama terrena, strumentalizza tutto ciò che gli capita per le mani nell’illusione di poter allungare i tempi del successo? Forse la libertà che cade nel libertinaggio? La vera libertà è quella che si gioca nell’ambito di una scelta operata con convinzione. Per noi cristiani essere liberi significa fedeltà all’opzione fondamentale di vivere l’amore a Dio e per i fratelli, è l’atteggiamento di chi è capace di dire di no alle azioni contrarie all’amore e al rispetto. Condotte queste ultime, che ridurrebbero alla schiavitù del peccato in quanto, oltre che Dio, tradiremmo noi stessi. Dio della pace dunque, ma quale pace? Quella che si ottiene prevaricando il più debole privandolo perfino della capacità di esprimersi? Quella conseguita attraverso le armi o la legge del più forte? Forse la pace frutto dell’ipocrisia che del perbenismo vuoto fa la propria etichetta? La vera pace nasce nei cuori, è frutto dell’incontro con il Signore, vero pacificatore di ogni angustia umana. E’ quella che trasforma il volto del cristiano in un volto gioioso, forse a volte adombrato dalla tristezza, ma mai dallo sconforto. Bene amici, il Signore della libertà e della pace imprime un segno della creazione nuova attraverso il perdono dei peccati. Altro che sentimento di vendetta, di ostilità, di rabbia per essere stato tradito e messo da parte, Dio risponde con il perdono. L’atteggiamento più anticonformista immaginabile! Dovremmo sentirci obbligati a collaborare alla creazione nuova iniziata dall’avvento di Cristo, a far fiorire i fiori nel deserto, a trasformare i nostri cuori in abitazioni dell’amore di Gesù. Il segno da dare ai fratelli? Il perdono vicendevole che ci trasforma in testimoni della remissione dei peccati che per primi abbiamo ricevuto da Dio. E’ grazie a quest’opera d’amore che possiamo indirizzare il nostro cammino verso il Paradiso.
