SALERNO – In apertura di approfondimento faccio una premessa doverosa nei confronti di Voi amici lettori. In buona sostanza sono convinto che Giovanni Citarella sia più una vittima sacrificale che un carnefice incallito. Sono altresì convinto dell’assoluta buona fede di Edmondo Cirielli e ritengo il diktat sugli appalti una novità in campo politico. Detto questo, e premesso che probabilmente (come ho già scritto!!) Giovanni Citarella si è rotto le scatole definitivamente di una situazione insostenibile soprattutto sul piano squisitamente “ambientale”, posso soltanto auspicare che stia attento a tutti i passaggi che compie nel percorso tortuoso delle sue denunce, che non parli soltanto per il solito “de relato” o, peggio ancora, per un improbabile “sentito dire” e che dica tutta la verità possibile nel minor tempo possibile. Solo così sarà più credibile agli occhi dell’opinione pubblica e più utile per le indagini dei pm Rosa Volpe e Vincenzo Montemurro che dovranno sostenere le accuse nell’eventuale successivo giudizio e parare i colpi di collegi difensivi che già si annunciano agguerritissimi. C’è anche un altro piccolo particolare che Giovani Citarella deve tenere in debito conto, e cioè che i due pm antimafia interessati (l’una per applicazione diretta e l’altro per indagine correlata) sono gli stessi che stanno conducendo, con alterne fortune, il processo Linea d’Ombra contro il cosiddetto “Sistema Pagani” manovrato (sempre secondo l’accusa) da Alberico Gambino, personaggio politico di spicco del centro-destra. In effetti se esiste un “sistema di tangenti” ovvero una “regia occulta”, questo sistema e questa regia dovrebbero esserci sia a destra che a sinistra, ed è proprio questo il passaggio fondamentale per le indagini della DDA di Salerno. Dimostrare che per davvero esiste un sistema ed una regia può significare la consacrazione di tutte le indagini avviate in questo senso sia verso sinistra che verso destra. In questo caso si irrobustirebbero anche i quadri accusatori del processo Linea d’Ombra in pieno svolgimento nel Tribunale di Nocera Inferiore e delle indagini in progress sul Due Torri ed indirettamente anche i quadri per le inchieste sul fallimento Amato e sul Consorzio di Bacino Sa/2, ma per raggiungere questo risultato è necessario che gli inquirenti chiudano il cerchio dentro il quale far cadere anche qualche personaggio politico di spicco del centro sinistra. In caso contrario ci troveremmo di fronte ad un semicerchio aperto a tutte le congetture, non ultima quella di un attacco politico della magistratura nei confronti di un solo schieramento politico, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero. Per fare questo, però, ci sarà bisogno di confessioni suffragate da prove e riscontri oggettivi, altrimenti tutto il castello accusatorio è destinato a franare miseramente sotto i colpi di una sinistra scientificamente molto più preparata della destra a parare simili attacchi. Prendere di mira, solo per sentito dire, personaggi come Franco Alfieri e Pasquale Stanzione (il primo già assessore ai lavori pubblici e il secondo già assessore alla scuola), entrambi plenipotenziari del PD in provincia di Salerno per almeno un decennio, è come sparare nel mucchio col rischio di farsi seriamente male se non si hanno precisi elementi d’accusa. Così come è assolutamente strumentale e molto risibile, anche per i giornali, cercare di tirare in ballo anche l’attuale assessore provinciale Marcello Feola solo perché avrebbe detto “comando io!!” in merito all’assegnazione dei lavori di somma urgenza. Quel “comando io” potrebbe più verosimilmente voler dire che “da questo momento si cambia, in barba alle lobbies” che hanno gestito il potere negli ultimi decenni. Il succo della conferenza stampa di venerdì mattina 29 giugno 2012 del presidente Cirielli bisogna leggerlo anche in questo senso. Una cosa però è certa; il provvedimento anti-spartizioni messo in atto dal centro-destra sarebbe un antivirus validissimo se il “sistema appalti” fosse partorito e gestito soltanto dalle imprese, così purtroppo non è in quanto il “sistema-appalti” nasce-cresce e si nasconde proprio nelle pieghe create ad arte dai funzionari e dirigenti degli Enti. Ma questo cercherò di spiegarlo meglio in un’altra occasione. Al momento posso solo dire che se avessi fatto politica non avrei mai consentito che un personaggio che porta in nomignolo di “Peppe o’ nano” facesse l’amministratore e diventasse un mio grande elettore; come non avrei mai consentito che un personaggio “chiacchierato” come Michele Petrosino D’Auria venisse prima assunto e poi promosso a dirigente nell’ambito di una società consortile a prevalente capitale pubblico. E questo, sia chiaro, soltanto per motivi di mera opportunità politica per un discorso legale e trasparente. Così come non avrei mai consentito che l’indefinito “big Angelo” (il mister x di Due Torri), già assessore ai lavori pubblici in una città della provincia, venisse prima assunto in Provincia, poi trasferito ad incarico più prestigioso e, infine, promosso mentre era in stato di “arresti domiciliari” per altra grave azione di peculato in danno dell’Ente Provincia. Parlo di un personaggio emblematico ed inquietante, coinvolto nell’inchiesta Due Torri, che è stato letteralmente sponsorizzato da ben tre presidenti di provincia. E’ questo marciume, questo malcostume, che deve essere rimosso a tutti i costi, costi quel che costi. Ma avremo tempo di parlarne. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini