Aldo Bianchini
SALERNO – Ieri mattina la sanità pubblica salernitana è andata in scena su due set dal tipico sapore di “sceneggiata napoletana”. Nei corridoi del palazzo di Via Nizza a Salerno c’era qualcuno che giurava di aver sentito pronunciare dal commissario pressappoco la seguente frase: “Non so questa che fa, non la vedo da quattro cinque mesi, in tal senso ho già rapportato a Caldoro”. Nei corridoi della Asl di Nocera Inferiore, invece, c’era Lei che prima di presentare il suo piano sanitario avrebbe pressappoco risposto così: “Io vado avanti per la mia strada con il mio piano sanitario, poi si vedrà”. Facile capire che parlo dei due attori melodrammatici, interpreti di una delle più brutte commedie mai viste sulla scena della sanità pubblica salernitana, parlo di Maurizio Bortoletti e di Sara Caropreso che se le stanno suonando di santa ragione. Sullo sfondo lo straziante e inquietante silenzio della Regione che non riesce neppure a balbettare qualcosa per dirimere lo scontro furioso tra i due contendenti. Dalla calca dei fans pro e contro dei due attori si sarebbe addirittura levato il grido “Il re è morto, viva il re” alludendo chiaramente alla possibile sostituzione di Bortoletti proprio con la Caropreso. Quest’ultima, senza titoli amministrativi o accademici, si atteggia già da tempo a mera direttrice generale della Asl Unica di Salerno. Sente di avere, forse, le spalle pesantemente coperte e quindi va giù dura senza pietà contro un commissario che, almeno sulla carta, avrebbe risanato le casse dell’ASL così come incauti network nazionali hanno propagandato in queste ultime settimane. E’ vero che Bortoletti è arrivato al capolinea del suo mandato commissariale perché sia a Napoli che a Salerno non lo vuole più nessuno, ma sarebbe molto più corretto aspettare che sia veramente “morto” (come commissario, s’intende!!) prima di inneggiare al nuovo re o meglio alla nuova regina. Del resto è risaputo che tra Caldoro e Cirielli, anche sulla sanità non corre buon sangue e che Edmondo Cirielli non aspetta altro per piazzare la stoccata finale e sistemare a Via Nizza un suo fidato delfino che, oggi, è individuabile nella persona della Caropreso che, però, dicevo non ha i titoli. Bella storia vedremo come andrà a finire. Non possiamo dimenticare che in tempi non sospetti fu proprio Caldoro a firmare il decreto di nomina della Caropreso, prima come responsabile del progetto della unificazione dei plessi ospedalieri a sud di Salerno (di cui non si è saputo più nulla!!), e poi come sub commissario della Asl Unica di Salerno. E qui entrano in gioco le mogli; quella di Caldoro sponsorizzerebbe la Caropreso mentre quella di Cirielli la ostacolerebbe (sono sempre le voci indiscrete a parlare !!). Ma la Caropreso, si dice, aspirerebbe in alternativa ad un’altra carica: quella di direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, ma anche in questo caso non avrebbe i titoli necessari. La partita in gioco è pesantissima e la politica può fare davvero tutto. Per questo Stefano Caldoro ed Edmondo Cirielli sono l’un contro l’altro armati. Si tratta di una partita incominciata esattamente il 22 dicembre del 2011 quando Bortoletti sparì dalla circolazione prima di farsi rintracciare tra i ghiacciai della Patagonia e ritornare al suo posto dopo circa due mesi di assenza. Quella, però, assicurano i bene informati fu soltanto una battaglia in punta di fioretto tra Caldoro e Cirielli, ora è tempo di affondare le lame tenendo ben presente che altre forze politiche sono, comunque, in agguato e pronte a cercare di sovvertire tutto per la conquista di nuove e più ambite poltrone. Infine non solo il colonnello è a forte rischio, in bilico c’è anche il generale. Ma questa è altra storia buona per la prossima puntata.
A me Bortoletti non è mai piaciuto. Un alto Ufficiale dei Carabinieri dovrebbe fare il Carabiniere così come un Magistrato dovrebbe sempre e soltanto fare il Magistrato.Per tutto il resto ci sono i corsi di Mediazione culturale.