SALERNO – Stucchevole, quasi al limite del parossismo, al di fuori comunque di un sereno e costruttivo dialogo politico. Parlo della polemica che nei giorni scorsi ha tenuto banco tra il presidente della provincia Edmondo Cirielli e il presidente di confindustria Mauro Maccauro. Il delicato argomento del mercato del lavoro connesso direttamente alla capacità delle imprese di produrre occupazione attraverso seri progetti imprenditoriali. “Nessuna corresponsabilità, noi siamo più avanti della politica” aveva gridato Maccauro in risposta alle battute salaci ed inopportune di Cirielli. Niente di più falso, a mio avviso l’imprenditoria è stata sempre al guinzaglio della politica. Insomma il “manifesto delle imprese” ha fatto uscire allo scoperto i peccati dell’uno e dell’altro: politici e imprenditori, che dai tempi di tangentopoli non riescono più a trovare il bandolo della matassa per un accordo costruttivo e duraturo. Credo che il giovane presidente di confindustria abbia esagerato a sponsorizzare e, forse, a partorire il manifesto facendo finta di dimenticare che le imprese, fino a qualche giorno fa, hanno avuto spesso bisogno della politica, anzi sono vissute all’ombra delle politica e dei finanziamenti pubblici. Ancora oggi, ad onor del vero, assistiamo a battaglie invereconde per l’accaparramento dei grandi lavori pubblici di Salerno e due gruppi imprenditoriali (Rainone e Lombardi) se le stanno suonando di santa ragione passando da destra a sinistra e viceversa. E’ sotto gli occhi di tutti, gentile Maccauro. Dunque tendenzialmente nella polemica, almeno a mio avviso, il nuovo presidente di confindustria ha torto marcio e non doveva reagire in malo modo alle osservazioni, anche se strumentali e frontali, di Edmondo Cirielli. Il presidente della Provincia si è mosso, al pari di Maccauro, come un elefante in una cristalleria e rischia di buttare tra le braccia di Vincenzo De Luca non un semplice imprenditore ma, addirittura, il presidente dell’associazione degli industriali. No, così non si fa politica e così non si va da nessuna parte. Fin qui il quadro della vicenda nota e pubblicizzata da tutta la stampa locale. C’è una notizia che, però, nessuno ha ancora pubblicato. La notizia è che Mauro Maccauro è stato convocato lunedì 4 giugno scorso (nelle ore pomeridiane) a Napoli direttamente dal governatore Stefano Caldoro che era preoccupato della polemica giornalistica che stava montando a seguito delle incaute dichiarazioni di Cirielli e delle ingrate risposte di Maccauro. Il presidente Maccauro è arrivata a palazzo Santa Lucia in gran segreto ed è stato subito introdotto nell’ufficio del governatore per una riunione a quattr’occhi avvolta dalla più assoluta riservatezza. I bene informati assicurano che il governatore ha accolto il presidente sull’uscio dello studio e che le porte si sono subito richiuse alle loro spalle. Qualche secondo, però, è trascorso tra i primi saluti e la chiusura delle porte e, dunque, almeno una frase è stata percepita. “Caro Mauro –avrebbe esordito Caldoro- sono cose che capitano ai vivi, stai tranquillo questo rapporto intendo gestirlo io direttamente al fine di evitare pericolose fughe in avanti o verso l’avversario … “. Insomma in pratica Stefano Caldoro avrebbe cercato di placare l’ira di Mauro Maccauro e di ricondurlo sulla giusta strada della ragione. Spero ardentemente che Caldoro abbia anche ricordato a Maccauro che De Luca e Bassolino erano entrambi della sinistra quando hanno fatto fallire la Campania (come diceva Cirielli), perché un dubbio mi è venuto sulle capacità di ricordare gli avvenimenti da parte di Maccauro. Difatti al giornalista de Il Mattino che lo intervistava il 3 giugno rispose che lui lavorava mentre destra e sinistra se le davano di santa ragione.
direttore: Aldo Bianchini