SALERNO – Subito dopo le otto di ieri mattina 11 giugno 2012 ero, come al solito sintonizzato sulle frequenze di Rai/1 quando, poco dopo le 8.30, improvvisamente a tutto schermo è apparso lui, Vincenzo De Luca, immarcescibile come sempre, lo sguardo tutto rivolto ai telespettatori, il ghigno delle grandi occasioni, gli occhi penetranti e calamitanti, le mani poggiate sull’enorme scrivania bianca quasi per trovare ancore maggiori e dirompenti energie, una dialettica che non ha eguali e, soprattutto, una incredibile abilità nello snocciolare in pochi secondi argomenti complessi e delicati e renderli accessibili anche al grande pubblico di mamma Rai. Vero è che aveva davanti a se un giornalista preoccupato soltanto di spianargli un’autostrada davanti, ma è giusto e doveroso riconoscergli una grande capacità dialettica. Mi sono concentrato, ho alzato il volume e ho guardato fisso il suo labbiale. Ho cercato di fermare il mio cervello, le mie idee, le mie prese di posizione, per concentrarmi soltanto su quello che diceva. Mi sono sorpreso di me stesso perché stavo lì lì sull’orlo del coinvolgimento totale tanto da venire quasi coinvolto e travolto dalle sue affermazioni, e nelle sue spire, che si susseguivano con una tale rapidità e precisione che mi era difficilissimo riflettere su ognuna di esse e che, quindi, era facile che venissi travolto dalle stesse finendo per accettarle per “rato e fermo” (come si dice in gergo giudiziario quando si concretizza un discorso che non potrà avere altri sbocchi futuri se non quelli proposti). E’ questa la forza di De Luca, mi sono detto tra me e me mentre l’intervistatore leggeva le domande già preparate da altri e che lui forse non conosceva neppure. La forza di De Luca sta nella capacità comunicazionale e mediatica di far apparire tutto scontato quello che Lui propone come verità assolute. Dinnanzi ad una platea di milioni telespettatori ha saputo toccare le corde giuste della credibilità (figurarsi quando da solo pontifica dalla finestra di Lira Tv !!) inserendo quelle piccole spigolose e pungenti battute contro la classe politica nazionale che centrano l’obiettivo raccogliendo l’effetto desiderato e il consenso di chi lo ascolta. Probabilmente, mi sono detto, Lui crede veramente e fermamente in quello che dice, perché lo dice con una tale sicurezza da far apparire il tutto quasi scontato e senza possibilità di replica. Anche perché Vincenzo De Luca, storico sindaco di Salerno, parla sempre da solo e non offre a nessuno la possibilità del contraddittorio o della replica se non da lontano. E questo mi sembra assolutamente nel suo diritto. Il problema, in effetti, non è di De Luca che fino a quando vige il sistema democratico può dire ciò che vuole e come vuole, il problema semmai è degli altri, di tutti gli altri che non riescono a contrapporsi alla sua grande capacità di comunicatore sfoderando le stesse armi della credibilità mediatica. E’ questo, secondo me, il fenomeno De Luca; fenomeno nato a cavallo degli anni ’80 e ’90 quando con pazienza certosina i suoi due grandi maestri nell’arte della comunicazione, Luigi Gravagnuolo e Pino Cantillo, lo portavano per mano dentro gli studi di TV Oggi (che allora dirigevo) per fargli prendere contatto e conoscenza con il mezzo televisivo; lui che veniva dal sindacato e dalle battaglie contadine, lui che indossava sempre un maglione nero a collo alto, piano piano si trasformò in quel “mostro televisivo” che oggi tutti conosciamo e che difficilmente mi è stato dato di vedere a livello locale. I concetti che esprime sono pochi ma essenziali, li propina senza tanti giri di parole, li colora con il suo frasario che è tutto un programma, entra televisivamente nelle case della gente e penetra nell’immaginario collettivo. E vince !! Ha vinto anche sui suoi maestri Gravagnuolo e Cantillo, Lui è diventato professore, loro sono rimasti maestri. “Ringraziamo il sindaco di Salerno …. “ così ha chiuso il giornalista di Rai/1 ed io ho spento la tv. Per qualche minuto sono rimasto seduto in salotto a riflettere sui presunti miracoli che la tv, soprattutto quella nazionale, ci racconta ogni giorno.
direttore: Aldo Bianchini
Aldo….,svegliati è tutto un film! Non ti impressionare,dovresti sapere che la comunicazione ha un costo e che la lucida affabulazione è una maionese che copre tutto! E su!!!!!