Valerio Rossi Albertini
Il paese è in crisi. La diagnosi è universalmente condivisa, non così la terapia.Nella mia attività di divulgazione e di comunicazione scientifica sui temi dell’ambiente e della riconversione energetica, insisto sempre sulla necessità di rinnovare i vecchi schemi di pensiero. Il concetto di consumare, consumare risorse fossili, consumare suolo, consumare acqua, dovrebbe essere progressivamente sostituito da quello, più ragionevole, di uso disciplinato e sostenibile.Tuttavia, questo non è ancora sufficiente. La riconversione energetica, che deve seguire questi criteri e che è destinata a trainare l’economia planetaria del prossimo decennio, non è un processo spontaneo: non si realizzerà senza un impegno assiduo e risoluto della società civile, che riconosca il vantaggio di promuoverla e sostenerla. Purtroppo, perfino così, il successo non è assicurato. Ci sono già stati casi di storture ed abusi che rischiavano di far fallire, in tutto o in parte, l’obiettivo. Ad esempio, la posa indiscriminata di pannelli fotovoltaici su campi a vocazione agricola, quando invece si sarebbe dovuto preferire la collocazione su tetti di edifici pubblici e privati, su capannoni industriali, su pensiline o, almeno, su terreni sterili ed incolti.Ma ciò che preoccupa ancora di più è il male antico del Paese, ovvero che ci siano interessi occulti ad influenzare scelte che, invece, dovrebbero garantire il vantaggio comune. La cosiddetta “democratizzazione energetica”, ovvero la distribuzione dei mezzi di produzione dell’energia, per evitare l’accentramento nelle mani di pochi potentati economici, richiede cura e vigilanza.La questione della conversione alle fonti energetiche pulite si inserisce quindi in un contesto più vasto, la tutela degli interessi della collettività.Di questi temi si è parlato nei giorni scorsi durante la festa dei libri di Ragusa “A tutto volume”, organizzata dallo scrittore e giornalista Roberto Ippolito, cui hanno partecipato saggisti, romanzieri, divulgatori di estrazione molto diversa, per garantire completezza e pluralità, ma collegati da un filo comune, il tema delle regole nelle sue varie accezioni.Gian Antonio Stella, nella conferenza inaugurale, ha denuciato nuovi scempi ambientali, architettonici ed urbanistici, che continuano impunemente ad essere perpetrati ovunque in Italia, dall’area sacra di Selinunte, alle risaie piemontesi, dal villaggio preistorico di Nola, agli scavi di Pompei.Il giudice Giuseppe Ayala, presentando il suo libro commemorativo degli attentati a Falcone e Borsellino di venti anni fa, ha detto testualmente: <<sono saltati tutti i controlli preventivi. La magistratura arriva a “danno fatto”, per il controllo repressivo>>.Il giurista Stefano Rodotà ha percorso la storia circolare che da Mani Pulite riporta agli scandali che stanno travolgendo tanta parte della classe politica.Io, molto più modestamente, presentando il libro che ho scritto col geologo Mario Tozzi sulle nuove fonti di produzione dell’energia, ho cercato di illustrare i pericoli che si prospettano nell’economia verde. Gli incentivi sono ancora, provvisoriamente, necessari perchè i costi di questa forma di produzione di energia eccedono quelli tradizionali. Il fondo Kyoto (per il finanziamento delle fonti di energia pulite, l’aumento di efficienza e la riduzione delle emissioni di gas), reso disponibile dal Ministero dell’Ambiente, garantisce che non ci siano concentrazioni anomale nei finanziamenti e che i soldi distribuiti in maniera capillare e senza favoritismi. Questo dimostra, nel caso qualcuno avesse ancora dei dubbi a riguardo, che un’altra economia verde è possibile. Ad ognuno di noi il compito di sorvegliare, facendo uso degli strumenti democratici , perchè il processo in atto non sia a vantaggio dei soliti e a scapito di tutti gli altri..