PAGANI – Come in politica tutti vincono, così nei processi nessuno è colpevole. Con questa affermazione non dico niente di nuovo. Semmai l’unica novità viene proprio dal processo “Linea d’Ombra” in svolgimento presso il Tribunale di Nocera Inferiore per far luce sul cosiddetto “Sistema Pagani”. La novità è rappresentata dal fatto che il teste dei testi, Salvatore Bottone, ha ammesso almeno una responsabilità: <si sarebbe fidato dei “comunali” che preparavano gli atti che lui firmava senza il doveroso controllo>. Se i giornali hanno riportato con correttezza le dichiarazioni rese in aula mi sembra proprio che abbiamo individuato il primo colpevole in un processo che tra alti e bassi procede stancamente anche in presenza dell’ira funesta dei due PM che avrebbero voluto concretizzare subito le devastanti accuse sul <sistema Pagani> ed arrivare rapidamente alle condanne. Altrimenti non si spiegherebbe il processo immediato. Dunque, mentre i PM sferrano colpi a destra e a manca, grazie alle altre inchieste (da quella sulla truffa all’Inps a quella sul tesseramento del PdL con roboanti quanto inutili perquisizioni), mentre i testi dell’accusa in aula diventano pecorelle mansuete, mentre si prepara un gran finale da parte di tutti collegi difensivi, ecco che arriva la doccia fredda di Salvatore Bottone con la sua dichiarazione sulla fiducia data ai comunali. Io non so per quale motivo Bottone ha reso una simile dichiarazione, posso soltanto ipotizzare una qualche strategia che non capisco, sta di fatto che alla luce del giorno sembra proprio che l’avversario giurato di Alberico Gambino non abbia avuto il coraggio (mettiamola così!!) non dico di sferrare il colpo decisivo ma almeno di confermare quelle che sembravano essere le dichiarazioni rese ai PM nella fase delle indagini preliminari. Anzi ha fatto, al contrario, qualcosa di più autoaccusandosi di un reato molto serio che può essere identificato nel “mancato controllo degli atti”, un’ammissione di colpevolezza che potrebbe costagli molto caro nel processo connesso in cui proprio Bottone “è indagato a piede libero per omessa denuncia ed abuso d’ufficio” (fonte Metropolis del 22.05.12). A meno che con questa affermazione il Bottone non abbia voluto accreditare l’ipotesi che nel Comune di Pagani tutti firmavano alla cieca gli atti già predisposti da altri, anche quelli relativi alla concessione in usucapione della fattoria detenuta dai D’Auria-Petrosino. Una linea difensiva che, a naso, sinceramente non può portare da nessuna parte. Vedremo!! L’altra dichiarazione inquietante, secondo quanto hanno riportato i titoli dei giornali, è la seguente “Gambino non mi faceva paura”. La frase potrebbe significare due cose: una che Gambino anche se premeva non otteneva nulla perché non contava più niente (ottimo per Gambino!), due che Bottone nonostante i suggerimenti decideva sempre e soltanto da solo fidandosi incautamente dei comunali. Ma Bottone ha dimenticato quella famosa delibera di giunta del 1°ottobre 2008 quando Gambino era ancora sindaco e quando i rapporti tra i due erano ottimi. Cosa accadde quel giorno? Quella giunta venne presieduta da Salvatore Bottone e fu portata all’approvazione la “famigerata delibera n.188” (istruita, con parere favorevole, dai funzionari comunali Serritiello -legale- e Rosolia –patrimonio-) che prevedeva l’autorizzazione alla stipula di un contratto agrario con la sig.ra Giuseppina Ruggiero (mamma dei fratelli Antonio e Michele Petrosino-D’Auria). I sussurri all’interno di Palazzo San Carlo parlano di momenti di vera e propria perplessità tra alcuni presenti, ed è qui che si radicalizza lo scontro sull’opportunità di approvare la delibera che la segretaria comunale Ivana Perongini, presente, si rifiutò di firmare chiedendo il tempo necessario per un nuovo approfondimento. Se proviamo a comporre tutti i pezzi del grande mosaico potremmo ricavare, quindi, la sensazione che Bottone portò in giunta quella delibera perché si fidava dei comunali, che la Perongini la contestò appena si rese conto di quanto stava per essere approvato, e che alla fine la delibera fu comunque approvata. Brutta storia questa, anche perché proprio sull’atteggiamento della Perongini (che Bottone, con un’altra scelta strategica strana, ha incautamente richiamato in causa!!) il teste Salvatore Bottone ha cercato in aula di divagare tentando di accreditare un ripensamento della Perongini che prima sarebbe stata d’accordo e poi contraria come, forse, era giusto che fosse. Il resto, tutto il resto della deposizione di Salvatore Bottone è stata, credo, aria fritta. Anche con lui è stato possibile assistere a tutto ed al contrario di tutto. Per chiudere la puntata di oggi non posso fare a meno di esternare quella che è una mia personalissima sensazione. Dopo tante udienze mi sembra che tutti gli attori del processo (testimoni e indagati), eccezion fatta per l’avvocato Ivana Perongini, abbiano decisamente paura di un qualcosa di impalpabile che, però, riecheggia in ogni angolo dell’aula del tribunale. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini
Continui così dott. Bianchini, i suoi artcoli sono sempre eccezzionali.