L’azione di risanamento portata avanti dalla Gestione Commissariale dell’Asl Salerno è stata premiata al Forum della Pubblica Amministrazione di Roma fra “Le migliori 10 storie di qualità”, rassegna che raccoglie i progetti più innovativi dell’anno, selezionati nell’ambito del concorso “10X10 Storie di qualità 2012: la PA verso il miglioramento dei servizi”.
Il riconoscimento è stato consegnato questa mattina, nel corso della manifestazione conclusiva del Forum che ogni anno raccoglie a Roma il meglio della Pubblica Amministrazione.
Di seguito si pubblica l’intervento che il Colonnello dei Carabinieri, Maurizio Bortoletti, ha tenuto stamani, in sede di premiazione:
ASL SALERNO: UN RISANAMENTO DI ORDINARIA STRAORDINARIETA’
Non vi è nulla di più ordinario dei poteri di un Commissario Straordinario nominato al vertice dell’Azienda Sanitaria, quella di Salerno, più complessa e disastrata d’Italia – nel marzo di un anno fa – insieme a quella Napoli 1: nata dalla fusione di 3 Aziende, debito iscritto a bilancio di 1,7 miliardi di €, “consuma” quasi il 2% della spesa del SSN e il 10% di quella campana; 740.000 € persi ogni giorno dal 2009 al I Trimestre 2011; 625 rilievi del Collegio Sindacale nel solo 2010; 9mila dipendenti in 11 Ospedali e 13 Distretti protagonisti di migliaia di ricorsi con l’Azienda e tra di loro; infrastrutture ferme al vecchio millennio, con che investimenti minimali quantificati in 108 Meuro, diversi lavori incompleti o inutilizzati; apparecchiature elettromedicali vecchie di decenni, alcune scoperte imballate negli scantinati, altre installate e mai collaudate, altre dimenticate e reclamate dai fornitori; forniture di beni e servizi con contratti prorogati da anni o scaduti da anni e non prorogati o senza contratto.
“… una gestione della cosa pubblica improvvisata che va oltre la malafede …”, secondo il Procuratore Regionale della Corte dei Conti della Campania.
Nel marzo 2011, l’intervento del Presidente Caldoro su questa “nave alla deriva” e la scelta di un Colonnello dei Carabinieri, Maurizio Bortoletti, all’epoca consigliere del Ministro Brunetta in tema di integrità e trasparenza, già capo del settore prevenzione del riciclaggio della DIA e, prima, con il Vice capo della Polizia, Prefetto De Sena, in Calabria dopo l’omicidio Fortugno.
Tanto il dissesto era evidente, tanto era ignorato: dalla rassegna stampa dei mesi precedenti – letta per avere una anticipazione della situazione – nessun segnale, nessun allarme.
Poi, nessuna autocritica, nessuna vergogna: un silenzio tombale accompagnato dall’assenza di denunce, esposti, accuse, diffide, forse perché a Tutti probabilmente comodava questo “bancomat senza plafond”, al quale tutti si potevano servire.
Inizia così, a metà marzo 2011, il lavoro, dopo questa scelta – la prima del genere nella storia della sanità nazionale – da parte del presidente Caldoro.
Con due effetti:
- equilibrio della gestione caratteristica, con la differenza tra costo e valore della produzione addirittura positiva dopo 9 mesi di cura secondo l’advisor KPMG, che assiste la Regione sottoposta a Piano di Rientro;
Conto Economico ASL SALERNO
In migliaia di euro |
Consuntivo 2009 | Consuntivo 2010 | I TRIM. 2011 | II TRIM. 2011 | III TRIM. 2011 | IV TRIM. 2011 | |
A99999 | Totale valore della produzione | 1.568.923 | 1.615.188 | 389.930 | 760.650 | 1.142.060 | 1.526.206 |
B99999 | Totale costi della produzione | 1.660.761 | 1.722.729 | 441.241 | 812.572 | 1.186.456 | 1.559.480 |
RISULTATO GESTIONE CARATTERISTICA | – 91.838 | – 107.541 | – 51.311 | – 51.922 | – 44.396 | – 33.274 |
- esplosione di denunce, diffide, accuse, puntualmente riprese dai media locali improvvisamente svegliatisi dal torpore, contro chi sta ripristinando le regole, mentre il passato continua a drogare la quotidianità, con la conseguenza di far passare la “cura” per il “cancro” da estirpare.
Sarebbe sufficiente chiedersi che cosa sarebbe disposto a fare ognuno di Noi per “beneficiare” dei 740mila euro al giorno, o, anche, di una piccolissima parte.
Un risultato ottenuto senza tagli lineari, senza chiudere nulla, con i primi investimenti in apparecchiature elettromedicali e in infrastrutture, completando lavori fermi dal 2005 e riaprendo un pronto soccorso da 100mila accessi all’anno o mentre nel 2012 sono state appostate risorse per 37 Meuro in un preventivo con l’Ebitda a zero.
Al centro del risanamento: la rialfabetizzazione amministrativa e gestionale dell’Azienda, passata per la “restituzione al mittente” di 382 proposte di spesa in 9 mesi, perché diversamente soddisfabili, eccessivamente costose (9 TV LED 32”, 1 da 42” e 1 proiettore che possono arrivare a 9 mila euro) o carenti quanto a esame di magazzino, spesa storica e consumi; i rilievi in calce a decine di delibere per censurare ritardi anche di anni o per sanare situazioni che hanno dell’incredibile; la faticosa, ininterrotta opera di tutoraggio a dirigenti non abituati all’esercizio della responsabilità dirigenziale e a una gestione della “cosa pubblica” che fosse almeno pari, quanto ad attenzione e assiduità, a quella dei propri interressi personali, insomma il ben noto criterio del “buon padre di famiglia”; la asciugatura dei costi, la spending review che va oggi di moda, chiesta a Tutti dal primo giorno; la centralizzazione progressiva di decine di contratti pret a porter; o, questa sì innovazione destabilizzatrice, per i primi monitoraggi e controlli.
Con un risultato che fotografa meglio di tutto che cosa vuol dire “buona amministrazione”: il pagamento di tutti i fornitori della sanità privata per il 2011, interrompendo il “io non ti pago, tu fai quel che ti pare, io non ti controllo, i cittadini subiscono” e evitando, così, quelle spese legali costate nel 2010 ben 75 Meuro.
“Cose normali” in una situazione anormale.
Non si è trattato di un miracolo, ma di una storia di ordinaria straordinarietà, che ha inciso non solo su una perdita incredibile, ma su ciò che vi ruotava attorno e ne era la reale causa: nessuna imposizione della legalità in modo draconiano, nemmeno di fronte alle decine di situazioni incancrenite da anni di proroghe e sanatorie o contratti scaduti e operativi di fatto, anche per evitare che il “prezzo” dello sfascio venisse pagato, una volta ancora, dai cittadini.
Un recupero della centralità, irrinunciabile, di una seria azione dirigenziale, a fronte di un’azione amministrativa parcellizzata in interventi a tratti schizofrenici evidentemente ispirati a “principi” diversi rispetto a quelli sanciti dall’art. 97 Cost, attraverso:
- la trasparenza totale, considerata, come il sole, un ottimo disinfettante al fine di estendere al massimo il perimetro del controllo diffuso;
- la valorizzazione, attraverso vere e proprie attività esplicative/informative, dei rilievi espressi dal Collegio Sindacale e la restituzione ai dirigenti proponenti di 382 proposte di spesa in 9 mesi, perché diversamente soddisfabili, eccessivamente costose (9 TV LED 32”, 1 da 42” e 1 proiettore che possono arrivare a 9 mila euro) o carenti quanto a esame di magazzino, spesa storica e consumi;
- i rilievi in calce a decine di delibere per censurare ritardi anche di anni o per sanare situazioni che hanno dell’incredibile;
- la faticosa, ininterrotta opera di tutoraggio a dirigenti non abituati all’esercizio della responsabilità dirigenziale e a una gestione della “cosa pubblica” che fosse almeno pari, quanto ad attenzione e assiduità, a quella dei propri interressi personali, insomma il ben noto criterio del “buon padre di famiglia”;
- la chiusura di numerosi contratti pret a porter per la fornitura di servizi tipo illimitato, modello bancomat senza plafond, con la progressiva centralizzazione dei processi di acquisto e l’incentivazione delle politiche di acquisto;
- la asciugatura dei costi chiesta a Tutti dal primo giorno;
- la regolamentazione, programmazione e il controllo delle voci di spesa più significative.
Una storia di ordinaria straordinarietà che è merito dei TANTI dipendenti “per bene” dell’Azienda che hanno dato TANTO.
E’ stato un onore lavorare con loro, discutendo, confrontandosi, polemizzando, disapprovando, ma con un unico interesse: il cittadino cliente e non quello di pochi a danno di molti.
Infine, consentitemi un grazie di cuore a chi è stato il vero motore del cambiamento: i dott.ri Luigi Grimaldi, Maurizio Sgroia, Ettore Ferullo ai quali si devono cose mai viste prima in Azienda e che sono stati guardati con diffidenza e con sospetto come se fare il proprio dovere sia una cosa “non normale”: certo è “non normale” far prevalere le belle idee e il merito quando le logiche di governo sono altre e ci riportano ad epoche storiche antiche come il feudalesimo caratterizzato dalle guerre per bande.
E, ora, grazie al sub commissario avv. Marisa Annunziata. Senza di Lei il 2011 non sarebbe finito come doveva finire e il 2012 non sarebbe andato come sta andando.
Grazie di cuore, Marisa. Grazie Luigi, Ettore, Maurizio. Grazie ai TANTI dipendenti “per bene” dell’Azienda.