SALERNO – E’ di queste ore l’intervento a gamba tesa (per dirla in termini calcistici !!) del dott. prof. Bruno Ravera, presidente dell’ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Salerno, sui gravissimi problemi della “sanità pubblica e privata”. Un intervento apprezzabile ed anche rispettabile ma certamente non condivisibile fino in fondo. A me, come noto, piace approfondire gli argomenti e non soltanto pubblicare le veline per sottoscriverle al fine di pubblicare l’articolo su un giornale. Le problematiche toccate dal prof. Ravera sono tutte di grande interesse generale e per questa ragione il suo intervento va quasi vivisezionato per poterlo capire in tutti i suoi aspetti. La prima osservazione che mi viene da fare è relativa al fatto che l’esternazione del prof. Ravera arriva in concomitanza con la giornata di protesta “Sanità day” andata in scena davanti alla Prefettura di Salerno ad opera di un manipolo di medici e paramedici spinti, forse, più da motivazioni partitiche e sindacali che da un vero amore per la sanità pubblica. Il necessario, comunque, è che Ravera abbia parlato, perché dal suo scranno di grande professionalità e di perfetta conoscenza del sanità è assolutamente titolato a farlo. Il prof. è partito da un ragionamento molto semplice: “La gestione della Sanità in Campania è stata negli anni scorsi fortemente deficitaria non è stata adottata alcuna misura straordinaria di razionalizzazione e riqualificazione del sistema sanitario regionale per il rientro del disavanzo”. E come dargli torto, è vero anche che la politica fa esattamente il contrario di quanto promette, mentre a parole decide di tagliare gli ospedali e i reparti improduttivi nei fatti inaugura sempre nuove strutture inutili e conserva integre quelle già esistenti. “L’enorme deficit accumulato –dice Ravera- è dovuto essenzialmente ad una scarsa capacità programmatoria e ad un clientelismo sfrenato, che ha alimentato il proliferare tumultuoso e assurdo di strutture sanitarie, ospedali, cliniche accreditate e non, spesso senza i requisiti minimi previsti e un numero irrazionale di centri diagnostici, che vanno dalle grandi holding ai piccoli laboratori”. Nel merito vorrei osservare che, tenuto conto dei tantissimi medici e paramedici che non si schiodano dai loro orticelli di potere neppure con le cannonate, probabilmente spettava proprio all’ordine dei medici fare qualcosa in proposito anche perché l’Ordine non dovrebbe aspettare di essere chiamato ma autonomamente proporsi ed anche con forza su una classe politica che tendenzialmente è portata sempre a schivare i colpi che vengono dalle categorie professionali. E il prof. Ravera ha tutta l’autorità ed il carisma necessari per farlo. Non conta assolutamente nulla il decreto 49, quello ideato dal centro-sinistra (ma neppure dallo stesso applicato!!) per la riorganizzazione ospedaliera che doveva passare attraverso “misure straordinarie di razionalizzazione e riqualificazione del sistema sanitario regionale”, se le misure non vengono adottate per davvero. Ma non può sfuggire al prof. Ravera che da molto più di un anno la Regione (con tutti i difetti di un centro destra insipiente!!) sta tentando di riorganizzare l’assetto strutturale della sanità pubblica tagliando e valorizzando e che non è stato possibile neppure pensare di ridimensionare (non dico chiudere, per carità divina!!) neanche la più piccola struttura o il più sperduto laboratorio. Non sarà sfuggito al prof. Ravera che in alcune zone ci sono stati sollevamenti di popolo, con tanto di sindaci in fascia tricolore, contro il centro-destra quando ha tentato di imporre la sua linea di rigore che, in molti casi, non guardava soltanto alla riduzione del deficit ma alle cause strutturali. Insomma è un po’ come il discorso dei rifiuti, tutti dicono che bisogna sversarli da qualche parte, purchè non sia vicino casa loro. Sparare oggi ad alzo zero soltanto sul centro destra o su Caldoro o finanche su Bortoletti è come sparare sulla croce rossa. Non dimentichiamoci mai che la regione, la provincia e il comune capoluogo di Salerno sono stati governati dal centro-sinistra per almeno venti anni prima che arrivasse il centro-destra. Anche l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri, che ha avuto quasi sempre la stessa guida negli ultimi trent’anni, ha le sue colpe che partono, anch’esse, da molto lontano perché per troppo tempo è stato chiuso su se stesso e quasi come prigioniero di un castello incantato. “Adesso –conclude Ravera- fate presto e cambiate”. Bisogna vedere se c’è ancora il tempo di farlo.
direttore: Aldo Bianchini