Il puzzle politico greco: Syriza e Alba Dorata

 

 
Fiippo Ispirato
La probabilità di uscita di Atene dall’area euro si sta facendo in questi giorni sempre più concreta, non solo a Bruxelles ma anche a Washington, al Fondo Monetario Internazionale. Si fanno le prime valutazioni e si calcolano le conseguenze economiche e finanziarie per l’Ue di un ritorno alla dracma della Grecia ed è stato coniato un neologismo, “Grexit”, per indicare la sua uscita dalla moneta unica.Anche gli ultimi tentativi dei leader dei principali partiti non sono serviti a formare una coalizione necessaria agovernare il paese e a ratificare le misure di austerità richiesta dalla Trojka
(Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea) per
sbloccare  nuove tranche di aiuti finanziari ad un paese al collasso, le cui casse pubbliche sono vuote ; lo Stato, senza aiuti dalle istituzioni internazionali, non sarebbe in grado di pagare pensioni e stipendi già da Luglio prossimo.La questione controversa al Parlamento di Atene è l’accettazione o meno delle riforme “lacrime e sangue” richieste dalla Trojka necessarie a rimanere nell’euro ed ottenere lo sblocco dei finanziamenti. I partiti, fino a qualche tempo fa minoritari ed oggi tra i più votati, si oppongono con forza a queste manovre, considerate inique e che hanno già visto ridursi notevolmente il potere d’acquisto dei greci ed il loro livello
di benessere da quattro anni a questa parte. La Grecia è ormai in recessione dal 2008, con contrazioni annue del Pil di circa il 5-6% e si è innescato un circolo vizioso dal quale sembra molto difficile uscirne. Gli altri paesi membri non riescono a venire in soccorso di Atene, il vagone di coda dellalocomotiva europea: questo è dovuto alla condizione che vive al momento Eur olandia, un forte dualismo che vede da una parte paesi in difficoltà economica o con una minaccia di recessione incombente come Irlanda, Italia, Francia, Portogallo e Spagna, e dall’altra Finlandia e Germania, in particolare, che continua a macinare record positivi (disoccupazione giovanile sotto il 10%, export in forte ascesa, Pil in aumento dello 0,5% rispetto al trimestre precedente ed un bilancio pubblico sano).Le esigenze sono diversissime: rigore di bilancio per Berlino ed Helsinki, crescita ed aumento della produttività per Parigi, Roma, Madrid e Lisbona.In questo delicato momento di
fragilità per l’Unione Europea si pensa alla Grecia solo come ad un peso, un’economia marginale della quale si potrebbe eventualmente fare a meno e di conseguenza le viene chiesto di adeguarsi immediatamente alle misure restrittive onde evitare l’uscita dall’Unione Europea.La Grecia dovrà andare alle urne per la seconda volta il 17 Giugno per cercare di formare un nuovo esecutivo necessario a governare; il voto sarà un sorta di referendum con il quale i greci esprimeranno la loro volontà di rimanere o meno in Europa accettando nuove manovre di austerità. Un ruolo fondamentale lo avranno i partiti più estremi di opposizione, in particolare Alba Dorata e Syriza.E’ importante conoscere i loro leader
e fare chiarezza sui loro programmi per capire a quali forze si affideranno i greci per esprimere il loro dissenso ai partiti politici Pasok e Nuova
Democrazia che hanno sempre governato dal 1981, data del loro ingresso nell’allora Comunità Economia Europea, ad oggi.Alba Dorata è una formazione di estrema destra, nata nel 1993, guidata da Nikolaos Michaloliakos; viene definita di ispirazione neonazista e neofascista e fino alle scorse elezioni di Maggio non ha mai ottenuto un seggio al parlamento ellenico. Questa volta ha ottenuto oltre il 7% di preferenze e ha ottenuto 21 seggi sui 300 totali.I principi a cui si ispira sono quelli della destra populista: un forte nazionalismo, contrarietà all’immigrazione,
considerata come causa dell’aumento della disoccupazione nel paese e a discapito delle fasce più deboli della popolazione. Il partito di Michaloliakos si è da sempre dimostrato contrario alle misure di austerità considerando lerichiesta di sacrifici imposte dagli organismi sovranazionali come inique. Gran parte del suo bacino elettorale lo troviamo all’interno delle forze dell’ordine e di polizia, che hanno un peso specifico molto importante, basti pensare che la percentuale di spesa in difesa ed armi di Atene sul Pil totale è tra le più  alte del vecchio continente.Il Syriza è il partito di estrema sinistra greco che vede nel giovane Alexis Tsipras, 37 anni, il suo esponente di spicco. E’ riuscito ad ottenere ben 52 seggi in parlamento piazzandosi alsecondo posto il 6 Maggio con il 17% dei voti e, da sondaggi pubblici in corso,
dovrebbe addirittura diventare il primo partito alle prossime elezioni di Giugno Il Syriza si batte per la riduzione
delle spese militari, l’introduzione di una tassa sui grandi patrimoni, e  soprattutto per il rifiuto di misure di austerità imposte dalla Trojka che
potrebbero innescare un circolo vizioso che impoverirebbe ancora di più il paese.Il cavallo di battaglia di Tsipras, che piace all’elettorato, è la richiesta alle autorità sovranazionali di eliminare completamente le misure di austerità, di ottenere comunque i finanziamenti necessari ad uscire dalla crisi in corso e di rimanere nell’Euro onde evitare un disastroso effetto domino a cascata per gli altri paesi deboli, Spagna, Portogallo e Italia in particolare, in caso di un’uscita di Atene dall’eurozona.Nei prossimi giorni si assisterà ad una dura battaglia tra le correnti politiche pro-euro e quelle contrarie, un voto importante quello del 17 Giugno che avrà conseguenze importanti per tutto l’eurogruppo.In questo scenario sta a guardare la Turchia, che dal 1963 ha fatto richiesta, mai accettata, di entrare nel club di Bruxelles, perché considerata troppo distante dall’Europa per struttura economica, religione, diritti civili, posizione geografica. Col passare del tempo le cose sono cambiate e questa nazione ha saputo fare progressi molto importanti in campo economico e non solo, tanto da essere soprannominata la nuova tigre asiatica. Una nazione in cui i giovani ritornano per lavorare dopo essersi laureati in Germania o in Svezia e che arricchiranno il patrimonio culturale ed economico del paese innescando quel circolo virtuoso che nella parte di mediterraneo più “progredito” si sta perdendo. Sembra quasi una rivincita di Troia contro Atene a più di 3.000 anni di distanza.

 

 

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