Valentina Manzo
Il trionfo della Juventus avviene a Trieste, città magica, e il crollo del Milan nel derby con l’Inter: sono questi gli ingredienti di una giornata di campionato che segna la vittoria della Vecchia Signora che si aggiudica di nuovo lo scudetto: è il ventottesimo della sua storia (30 per i dirigenti, giocatori e ultras).
A portare lo scudetto in casa bianconera con una giornata di anticipo è la contemporanea vittoria per 2-0 con il goal di Vucinic, decisivo come voleva Conte in questa fase finale di stagione e con un’autorete di Canini, contro il Cagliari e la sconfitta del Milan che si arrende all’Inter nel derby finito 4 a 2.
A dire definitivamente addio al titolo di Campione d’Italia, invece e il Milan che con la sconfitta oltre ad essersi sbarrato la strada per il successo ha lasciato all’Inter l’ultima chiance per giocarsi il posto in Champion League. All’undici di Allegri non è bastata la doppietta di Ibra: l’Inter accanito segna 4 reti e toglie le speranze scudetto ai cugini, mentre la coppa si avvia verso Torino.
Più che una festa è un rito catartico collettivo. Lo scudetto non è il significato, ma il mezzo per arrivarci: il significato è che la Juventus è ancora capace di vincere, non rischia di finire a contemplare gli annali, con il tempo inesorabile che passa.
Lo scudetto è di Tutti , ma la firma è solo di Antonio Conte.
sempre juve.