CRICCA BORGHESE

di Michele Ingenito

In uno dei tanti dibattiti televisivi che quotidianamente ci propina Mamma Rai c’è stato qualcuno, ieri mattina, sul terzo canale TV, che così ha etichettato coloro che sparano da più giorni contro Monti: Una “cricca borghese”. Motivo di fondo? La nomina di tre supertecnici da parte di un governo tecnico. C’è stato chi, come Cicchitto, c’è andato giù pesante. Tono e parole oscillavano tra minacce e ricatto. Detto in breve, come si è permesso l’attuale primo ministro di criticare l’operato del diretto predecessore Berlusconi a proposito dell’ICI tolta per tre anni e che non andava tolta affatto? Dimentica, Monti, che a quel posto ce l’ha messo soprattutto il PdL? E’ questa la riconoscenza? Non sa che quella poltrona gliela si può sfilare da un momento all’altro se cominciano a girare troppo, le…? Che senso ha o ha avuto incaricare dei tecnici al governo, quando questi ultimi, incapaci di risolvere un problema, si rivolgono a loro volta ad altri tecnici, per quanto super? Idem con patate per un leader rampante della Lega, Salvini. Che stupido non è. Anzi, sembra proprio avere le carte in regola per imporsi come futuro osso duro in verde nordista.

Monti critica coloro i quali spingono all’inosservanza dell’IMU, leggi i comuni leghisti? E loro andranno avanti, strepita Salvini. Come a dire: non ce ne frega nulla di Monti, dei tecnici e dei supertecnici. Noi andremo per la nostra strada. Noi non rispetteremo le regole, i nostri sindaci non faranno pagare la tassa dell’IMU sulla casa ai nostri concittadini. Staremo a vedere. Certo, non vorremmo che si andasse al braccio di ferro una volta alle strette, cioè alla scadenza dei termini. Perché, se così fosse, la parola magica che nessuno pronuncia, ma che molti cominciano a temere – secessione, ribellione civile, piazza, bastoni e fuoco a volontà di qualche esagitato che spunta sempre al momento opportuno in nome della ribellione sociale – potrebbe spuntare, dando vita ad una pericolosissima situazione nazionale.

Intanto, c’è da dire che, in casa leghista, questa mossa a sorpresa di Bossi di ricandidarsi nuovamente a segretario nazionale del partito, nel momento in cui Maroni sembrava essere stato benedetto proprio dal Senatùr a quel ruolo in nome di una più che logica successione al trono a seguito degli scandali di famiglia, puzza francamente di bruciato. Nell’intimo di casa-Lega devono essere stati sollevati altri altarini ignoti ai più, in base ai quali l’Umberto padano avrà respirato tanto di quel fiato da restituire al mittente (Maroni?), in busta sigillata e con gli interessi, l’ambizione ormai svuotata di ogni concreta possibilità di succedergli. La settimana scorsa sembrava tutto scontato. Fuori Renzo Bossi dal Consiglio regionale della Lombardia, fuori il potentissimo babbo dalla leadership del partito con tanto di critiche e fischi, fuori dal partito l’ex-tesoriere Belsito, fuori la Rosy Mauro, vice-presidente leghista della Camera dei Deputati, fuori (dal posto di lavoro) perfino l’autista di Renzo Bossi ‘reo’ di avere denunciato per autotutela il figlio del capo a corto di soldi per la benzina ad uso privato; dentro, invece, il ‘successore’ Maroni nel ruolo di nuovo leader, ispiratore del piazza-pulita innanzi esposto. D’improvviso, però, come al solito, torna a galla Tomasi di Lampedusa. Tutto è cambiato, ma nulla cambierà.

E Lei pensa, Salvini, che gli italiani siano proprio fessi? Che, ove Bossi riprenda le redini della Lega in qualità di Segretario Nazionale, con l’assenso, addirittura, di un Maroni transitato per una sola notte nella stanza del Papa, tornato Cardinale a vita il giorno dopo, come se nulla fosse successo, non faccia pensare, invece, che qualcuno tra voi possa avere tirato fuori dal cassetto ben altri papocchi da oscurare l’intera Padania? Papocchi in salsa-Maroni, ad esempio? Come si spiega, se no, l’atteggiamento umile e di sostegno al nuovo-vecchio capo proprio da parte di un Maroni ufficialmente candidato solo una decina di giorni fa alla sua successione?

C’è un qualcosa che ruggisce dalle vostre parti, qualcosa che non può e non deve venire fuori, evidentemente. Cricche e contro cricche di poteri borghesi, finanziari, industriali  e bancari che guidano la scena, ricattandosi a vicenda, utilizzando la demagogia di un paese ladrone nel quale non si identificano, contro il quale, in nome della unità leghista, bisognerà lottare ignorando IMU e roba affine, buttando fuori Monti già prima dell’estate. Ma, oltre a ciò, deve esserci ben altro, per riportare un mogio mogio Maroni alla sua statura di sempre. Scandali, forse, innominabili? O cosa? Cosa può avere convinto l’ex-Ministro dell’Interno a tacere dinanzi all’auto candidatura del vecchio capo? Perché è questo che gli Italiani hanno capito finora!!! Via Bossi, W Maroni!

Che sullo sfondo si profili una certa lotta di classe, nuova perché antica (ci si perdoni l’ossimòro), non c’è dubbio alcuno. Che i super penalizzati dai provvedimenti del governo siano i poveri, i pensionati, la stessa classe media per vari suoi strati ex-borghese, non c’è dubbio. Sono loro i veri poveri, le vere vittime di questo mondo di ladri. Di una classe dirigente da buttare in gran parte al macero.

Ma ricattare un governo tecnico ‘colpevole’ di nominare tre supertecnici è come disconoscere le specializzazioni cliniche nel momento del bisogno.

Un esempio e chiudiamo, onorevoli contestatori della scelta supertecnica governativa.La medicina è fatta di specializzazioni. Il medico invia dal chirurgo generale; il chirurgo generale dal collega di microchirurgia della mano o altro, e così via. Se Bondi ha fatto bene, anzi benissimo alla Parmalat, cosa c’entra, onorevole Cicchitto, il fatto che la Parmalat sia un’azienda privata e lo stato no?

Quando ci sono i numeri per lo mezzo, quando bisogna individuare le cause di un disastro economico, quei numeri sono numeri dappertutto: nel privato come nel pubblico.

Abbia fiducia, quindi, in Bondi e negli altri due supertecnici. Ormai, più rovinati di come siamo, non potremmo essere. Non si preoccupi più di tanto. Non sarà lei, alla fin fine, a rimetterci la faccia; ma Monti.  Che lo sa bene e che, nonostante tutto, ha lanciato la sfida.

Anche perché la faccia, gli altri, prima di Monti, l’hanno già perduta! Le pare?

 

 

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